Disordini, risse. Ed aggressioni. È quanto accaduto durante l’ultimo match disputato tra la squadra del Lecce e quella del Napoli, risalente alla data del 3 maggio, e che ha portato recentemente alla notifica del DASPO nei confronti del colpevole.
La dinamica dei fatti
Nella data summenzionata, a Lecce pervennero ben mille sostenitori degli azzurri, giunti con auto e minivan. Questi, adunatisi nel parcheggio del settore ospiti, hanno iniziato ad attendere l’apertura dei cancelli. Ma sul più bello fu impedito l’accesso circa alla metà dei presenti a causa dell’annullamento dei tagliandi, stabilito dall’Osservatorio per la sicurezza delle manifestazioni sportive. La vendita dei biglietti, infatti, era stata limitata ai soli residenti in Campania e fidelizzati alla SSC Napoli, come misura preventiva.
L’escalation della tensione
Da ciò, la situazione è degenerata. La gente, infatti, ha iniziato ad accalcarsi ai tornelli. I tifosi privi di titolo, poi, sono stati fermati dalla Polizia di Stato. E nel caos generale uno dei tifosi partenopei ha colpito un agente alla testa, provocandogli una ferita e delle contusioni.
Provvedimenti amministrativi e DASPO
Avviato subito, a seguito dell’episodio, il provvedimento amministrativo, recentemente quest’ultimo ha portato alla notifica del DASPO nei confronti dell’aggressore, stabilendo per lui il divieto di accesso alle manifestazioni sportive per tre anni.
Il bilancio della giornata
Quel giorno, inoltre, vi furono ben quattro persone identificate per rissa (tre che sono state intimate di DASPO per un anno e una persona anziana particolarmente rissosa il cui provvedimento non è stato ancora emesso, ma che potrebbe avere misure più stringenti di coloro che sono stati sanzionati).
Sicurezza, prevenzione e controlli
Tali episodi dimostrano la necessità di ancora maggiore attenzione alla sicurezza. Negli ultimi due anni, infatti, le misure preventive e i controlli sono stati intensificati per contrastare il fenomeno della violenza legata al tifoso calcistico. Ma non basta: occorre davvero garantire che lo sport resti un momento di festa e non si trasformi in uno scenario di scontri ed illegalità.
Valeria Garbin, Giornalista






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