Set 11, 2025 | Battaglie | 0 commenti

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NUOVE FRONTIERE LEGISLATIVE PER I LAVORATORI DELLE PIATTAFORME

VERSO UNA MAGGIORE PROTEZIONE E TRASPARENZA

Il mondo del lavoro digitale sta attraversando una fase di profonda trasformazione, con normative che mirano a tutelare i diritti dei lavoratori delle piattaforme. Questi lavoratori, spesso definiti “gig workers”, utilizzano piattaforme digitali o app per offrire servizi a clienti, ricevendo pagamenti tramite sistemi di domanda e offerta. Si tratta di mercati online, social, app store e servizi cloud che facilitano le connessioni tra individui, aziende e creatori di contenuti. Questo modello, noto come “gig economy”, include attività come consegne (i “rider”), servizi professionali o manuali. Tuttavia, molti di questi lavoratori operano in condizioni di precarietà e mancanza di tutele.

Le recenti innovazioni legislative, sia a livello europeo che italiano, segnano un passo avanti per un equilibrio più giusto tra innovazione tecnologica e tutela sociale. I pilastri di questa evoluzione sono la classificazione del rapporto di lavoro, la regolamentazione degli algoritmi e la protezione dei dati personali.

 

 

LA SVOLTA LEGISLATIVA TRA EUROPA E ITALIA

 

A livello comunitario, la Direttiva UE 2024/1199 rappresenta un cambiamento epocale nel diritto del lavoro digitale. Essa introduce una presunzione legale di lavoro subordinato per i lavoratori delle piattaforme digitali. In pratica, se una piattaforma esercita controllo su aspetti come orari, retribuzione, modalità operative o comportamentali, il rapporto viene considerato automaticamente subordinato, con l’onere della prova che ricade sulla piattaforma stessa. Questa misura mira a garantire ai lavoratori diritti fondamentali come salario minimo, contributi previdenziali e tutela contro la precarietà.

In Italia, il quadro normativo si è evoluto con strumenti come il “Codice del Lavoro Digitale” (Decreto Legislativo n. 81/2017). Inoltre, importanti pronunce giurisprudenziali, come la sentenza della Corte di Cassazione n. 16601/2020 sul caso Foodora, hanno riconosciuto la natura subordinata del lavoro dei rider, evidenziando come gli algoritmi non siano strumenti neutri, ma mezzi di controllo che influenzano le condizioni di lavoro.

 

 

REGOLAMENTAZIONE DEGLI ALGORITMI E TRASPARENZA

 

Un aspetto chiave delle nuove normative riguarda la regolamentazione degli algoritmi. La Direttiva UE 2024/1199 impone alle piattaforme di essere trasparenti sul funzionamento degli algoritmi che gestiscono ordini, valutazioni e retribuzioni. I lavoratori devono conoscere i criteri di valutazione e come le decisioni automatizzate incidono sulle loro condizioni di lavoro, come sospensioni o declassamenti. Le decisioni di maggiore impatto devono essere soggette a supervisione umana, per prevenire discriminazioni e garantire un processo più equo e trasparente.

 

 

TUTELA RAFFORZATA DEI DATI PERSONALI

 

La protezione dei dati rappresenta un altra importante garanzia delle nuove norme. Le piattaforme devono rispettare il GDPR (Regolamento UE 2016/679), limitando la raccolta e l’uso dei dati ai soli scopi lavorativi e garantendo trasparenza sulle modalità di trattamento. Questo rafforza la tutela contro rischi di sorveglianza e contro l’uso improprio delle informazioni personali, proteggendo i lavoratori da pratiche di monitoraggio invasive.

 

 

IL RUOLO DI CIVICRAZIA E DELLA SOCIETÀ CIVILE

 

In questo scenario di cambiamento, Civicrazia svolge un ruolo cruciale. Infatti da sempre promuove la consapevolezza sui diritti dei lavoratori delle piattaforme, supportando rivendicazioni e monitorando l’applicazione delle normative. Civicrazia chiede che le leggi siano strumenti concreti di tutela e giustizia sociale.

 

 

EVOLUZIONE NORMATIVA

 

Le recenti normative rappresentano una svolta significativa nel riconoscimento dei diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali. La presunzione di subordinazione, la regolamentazione degli algoritmi e la tutela dei dati contribuiscono a riconoscere la dignità e i diritti di questi lavoratori, spesso invisibili nel panorama lavorativo tradizionale. Questa evoluzione normativa favorisce, ove applicata, un modello di lavoro più giusto, sostenibile e rispettoso dei principi di trasparenza e tutela dei diritti fondamentali, coniugando innovazione e responsabilità sociale.

Ernesto Marino

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