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BASTA CON LA GIUSTIZIA MERCIFICATA

GIUSTIZIA MERCIFICATA: COME LE PRATICHE SCORRETTE DANNEGGIANO I CITTADINI E IL SISTEMA ASSICURATIVO

 

 

Strategie aggressive, contenziosi pilotati e abusi che colpiscono i cittadini e fanno lievitare i costi collettivi

 

Negli ultimi anni, alcune prassi scorrette e opache si sono diffuse in modo preoccupante nel sistema giudiziario italiano, soprattutto nei settori della responsabilità civile e sanitaria. Queste dinamiche, oltre a compromettere la trasparenza e la correttezza della professione legale, finiscono per danneggiare direttamente i cittadini, mettendo a rischio i loro diritti fondamentali e la fiducia nel sistema di giustizia.

In alcune realtà territoriali si è assistito a un aumento esponenziale dei contenziosi, che ha causato un sovraccarico degli uffici giudiziari, in particolare presso i magistrati onorari di pace. Questo fenomeno non è attribuibile solo alla crescita di cause legittime, ma anche a un meccanismo che sfrutta il contenzioso come strumento di business, a scapito della qualità della giustizia e dell’effettiva tutela del cittadino.

Non mancano, in questo scenario, campagne pubblicitarie aggressive, in cui studi legali offrono servizi con slogan come “risarcimento garantito” o “paghi solo se vinci”. Promesse che celano pratiche non trasparenti: procure in bianco, parcelle sproporzionate, centralizzazione dei casi e totale esclusione del cliente dal processo decisionale. Questo modello trasforma il danneggiato in un semplice firmatario passivo, privo di reale voce.

Tali comportamenti, oltre a violare l’etica e il Codice Deontologico Forense — che vieta l’uso di procacciatori, l’acquisizione di clientela tramite strumenti non decorosi e pubblicità ingannevoli — strumentalizzano spesso situazioni di dolore umano. È inaccettabile, ad esempio, che alcuni professionisti sfruttino tragedie o emergenze sanitarie per autopromuoversi sui social, rivolgendosi direttamente ai familiari delle vittime.

Il Consiglio Nazionale Forense, con la sentenza n. 127 del 2023, ha condannato duramente le suddette pratiche, sottolineando la loro immoralità e l’effetto negativo che hanno sulle persone già colpite da lutti o gravi danni. Il diritto alla giustizia, in questi casi, viene piegato a logiche di profitto, privando i cittadini di un percorso consapevole, rispettoso e umano.

Promesse ingannevoli e diritti svuotati: la trappola del “risarcimento facile”

Nel campo della responsabilità sanitaria, la situazione appare ancora più delicata. Alcuni studi legali promettono “risarcimenti garantiti” senza anticipi di spese, attirando persone vulnerabili, spesso con una scarsa consapevolezza giuridica.

Dietro tali offerte si nascondono rischi seri: mancanza di trasparenza, procure generiche o in bianco, percentuali elevate fino al 40% e decisioni strategiche prese senza il coinvolgimento del cliente.

Questa logica, che riduce la persona a un numero all’interno di una catena di montaggio del contenzioso, si traduce in una tutela superficiale, spersonalizzata, e spesso inefficace. Invece di ricevere assistenza qualificata, i cittadini sono intrappolati in un meccanismo che privilegia la velocità e il guadagno rispetto alla qualità e all’equità.

 

 

Cittadini penalizzati: impatti su sanità, RCA e premi assicurativi

 

L’abuso del contenzioso non ha solo un impatto individuale, ma incide profondamente sulla sostenibilità collettiva, in particolare nei settori assicurativi sanitario e RCA. La pluralità di cause, spesso infondate o costruite in modo seriale, provoca un aumento sistemico dei costi per le compagnie assicurative. Detto incremento si traduce inevitabilmente in premi più alti per tutti i cittadini e in una maggiore difficoltà ad accedere a coperture assicurative realmente efficaci.

Nel settore sanitario, le denunce a raffica spingono le strutture sanitarie e gli operatori verso una medicina difensiva, con effetti nocivi sulla qualità delle cure e sull’efficienza del sistema. Si innesca un circolo vizioso in cui il diritto al risarcimento diventa una distorsione del diritto alla salute.

Tale impatto economico incide direttamente evidentemente anche sul diritto all’accessibilità e sostenibilità delle cure e delle coperture assicurative per le fasce più vulnerabili della popolazione.

 

 

Perizie senza controllo e opacità fiscali: il doppio danno ai cittadini

 

Ulteriori criticità emergono nell’ambito delle consulenze tecniche d’ufficio (CTU), fondamentali nei procedimenti sanitari e assicurativi. Troppe volte queste consulenze avvengono in assenza di controlli adeguati: consulenti che richiedono anticipi senza emettere fattura, medici che svolgono incarichi senza autorizzazione dalle ASL di appartenenza, o professionisti che non rilasciano documentazione fiscale.

Tali pratiche generano danni economici e fiscali, ma anche giudiziari, in quanto mettono in discussione la qualità e l’imparzialità delle perizie. I cittadini, spesso ignari, si ritrovano vittime di un sistema che, invece di tutelarli, li espone a ulteriori ingiustizie.

Contro le pratiche scorrette: il dovere di una risposta pubblica

La complessità e la gravità del fenomeno impongono un’azione coordinata.

Il Consiglio Nazionale Forense e gli Ordini degli Avvocati devono vigilare in modo più efficace sulle pratiche scorrette, intervenendo con decisione contro la pubblicità ingannevole e l’uso delle procure in bianco.

Parimenti, gli Ordini dei Medici devono garantire che i consulenti operino in regola con le norme e con piena responsabilità, mentre le autorità fiscali e giudiziarie devono intensificare i controlli per reprimere ogni forma di irregolarità amministrativa o evasione fiscale.

Le associazioni dei consumatori, infine, devono essere sostenute nel loro ruolo di filtro e di tutela, aiutando i cittadini a comprendere i propri diritti e a riconoscere offerte potenzialmente lesive.

Chi opera nel settore della giustizia e della sanità ha una responsabilità sociale che va oltre la prestazione professionale: è custode di diritti, dignità e fiducia pubblica. Occorre una riflessione profonda sul ruolo civico delle professioni, perché non venga meno il rispetto dei principi costituzionali, tra cui l’articolo 3 (uguaglianza), l’articolo 24 (diritto alla difesa) e l’articolo 32 (diritto alla salute).

 

 

Civicrazia in campo: proposte per un sistema equo e controllato

 

In questo contesto, Civicrazia – a tutela dell’interesse collettivo – rivolge un appello al Ministro del Made in Italy affinché venga istituito un apposito Comitato permanente per la formazione nel settore assicurativo e sanitario, per il contrasto alle frodi RCA, sanitarie e fiscali, e per il monitoraggio sistematico del fenomeno del contenzioso.

Tale organismo deve avere un approccio multidisciplinare e operativo, coinvolgendo le principali realtà istituzionali, professionali e associative, anche affinché la società civile sia realmente rappresentata nei processi di riforma e vigilanza.

La collettività deve essere parte attiva nel contrastare ogni deriva lesiva dei diritti. Serve un nuovo patto civico, che restituisca centralità alla persona e alla legalità sostanziale.

 

 

Giustizia

 

La giustizia non può diventare un mercato, né la sofferenza delle persone un’occasione di profitto. La tutela dei diritti deve essere trasparente, etica e personalizzata. È in gioco la fiducia dei cittadini nello Stato, nella sanità, nella magistratura e nella stessa avvocatura.

Solo un recupero autentico di responsabilità e integrità potrà restituire senso alla giustizia e garantire un accesso equo e dignitoso alla tutela legale per tutti.

 

Riccardo Vizzino, Avvocato,

Responsabile nazionale di Civicrazia contro le truffe assicurative

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