A poche settimane di distanza dal voto regionale, emergono purtroppo alcune ombre legate al corretto svolgimento delle consultazioni elettorali. Diverse indagini lasciano emergere situazioni legate al voto di scambio nonché a candidati dalla fedina penale incerta se non esplicitamente legata alla criminalità organizzata. Due filoni d’indagine affidati alla Direzione distrettuale antimafia in collaborazione con la procura di Napoli tramite il procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico indagano su presunte somme di denaro versate in cambio del consenso verso questo o quel partito. In particolare il fenomeno sarebbe particolarmente palese in alcune zone della città e del casertano. Mandanti, galoppini e voti in vendita sono evidentemente legati a sacche di povertà e disoccupazione. La Digos indaga.
Anche le commistioni tra politica e criminalità organizzata non mancano. Dalle direzioni di partito, talvolta, nessuna posizione effettiva, solo vuote affermazioni di principio non sufficienti a scongiurare il problema. Nel frattempo, a Casal di Principe – comune noto alle cronache per essere il centro del racconto del giornalista scrittore Roberto Saviano – il 18 e 19 aprile si voterà per rinnovare il Consiglio Comunale sciolto per infiltrazioni camorristiche.
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E’ ancora possibile minimizzare i recenti episodi di corruzione parlando di birbantelli ed episodi marginali? Civicrazia rilancia la sua richiesta di trasparenza alla politica alla luce del recente scandalo telefonico.
Uno scenario sconcertante delinea un’incrinatura strutturale del sistema. Ad essere coinvolti nella frode fiscale, questa volta, non più singoli imprenditori, piccoli o medi che siano, ma società al vertice del settore, esponenti politici di respiro internazionale allo stesso tavolo con boss della criminalità organizzata.
Il riciclaggio e l’impiego di capitali illeciti, secondo l’analisi investigativa in corso, avrebbe dato vita ad una vera e propria associazione per delinquere transnazionale e pluriaggravata, capace di far sparire oltre due miliardi dalle casse dello Stato.
Fondi neri, operazioni economiche fittizie, una rete di operazioni illegali complessa e articolata cui avrebbero preso parte società leader delle telecomunicazioni, ufficiali di polizia giudiziaria, legali compiacenti, politici ed esponenti di spicco della ‘ndrangheta calabrese.
Dov’era lo Stato in tutto ciò? Non possiamo, come civicratici, evitare di porci questi interrogativi.
Com’è stato possibile la realizzazione di una simile rete criminale?
E’ ipotizzabile una mancanza di controllo, certo. Il dubbio che permane, però, e ci lascia interdetti, è che possa sussistere una tesi ben più grave: ovvero che l’omissione di accertamenti nasconda piuttosto la consapevolezza di quanto stava accadendo e la volontà di tenerne all’oscuro i cittadini.
Civicrazia, espressione della società civile, pretende di sapere LA VERITA’. La politica e le istituzioni devono urgentemente fornire delle risposte.