Vecchi Soli
Dentro una società in continuo frenetico movimento, in corse affannose, dove ogni persona tutte le mattine, non ha mai abbastanza tempo per tutto, i vecchi vanno in controtendenza. Le loro movenze, sono a volte doloranti, le loro espressioni di fatica e di dolore. I visi di molti di anziani non sereni, non soddisfatti, rimandano a una svalutazione della esperienza, della storia del passato, della memoria persa. Memoria persa, la loro, soprattutto la nostra. La tristezza degli anziani, deprivati perché non più abili; dimenticati dalle istituzioni, nel loro bisogno di essere vivi socialmente, di essere soggetti attivi della costruzione di un mondo, rimanda al degrado etico e morale, e di valori. Là dove l’esistere e la competenza, deve essere accompagnata da ottimo stato di salute e da bellezza. Non importa quanto abbiano dato, non importa quanto abbiano combattuto per i nostri valori acquisiti. Specie se nuovi poveri, ai margini, vivono una condizione di sofferenza e di solitudine intollerabile. Le famiglie spesso disgregate, i luti, gli affetti mancati, rendono i nostri anziani specie nella citta, soggetti fragili, spaventati, e anticipatamente non autosufficienti. Il loro patrimonio di esperienza, saggezza, e di fiducia, è disperso nella falsa onnipotenza giovanile, o adulta dove: la forza, il benessere, il potere, sono i soli a determinare il valore di un uomo e di una donna. La vita diviene e la continua metamorfosi del corpo e della mente, pari si fermi avanti a una ruga, non è così! Dobbiamo riconoscere, riaccogliere nella evoluzione sociale il ruolo dell’anziano, entro le istituzioni, nella collettività, nelle relazioni, fra loro, noi, i giovani, i bambini. Restituire loro la curiosità, la voglia di esistere, e di apprendere ancora, e soprattutto rendere, loro impoveriti della dignità, la possibilità di vivere senza sentirsi mendicanti: i loro vitalizzi di 450 euro mensili o di 350 euro, sono davvero troppi, con nulla otterremmo lo stesso risultato.
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