Set 29, 2018 | Notizie | 0 commenti

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UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA

Il 19 settembre a Napoli è una giornata particolare.

Si Festeggia il Santo Patrono, San Gennaro.

Il popolo napoletano ha un rapporto molto particolare con il suo Santo, profondo ed intimo, quasi fraterno.

Il 19 settembre il popolo ovunque sia, ma preferibilmente nel Duomo, si stringe in preghiera per “convincere” San Gennaro a fare il miracolo

Il miracolo dello scioglimento di un po’ del suo sangue, quello raccolto nell’anno 305, 19 di settembre, dopo la sua decapitazione a Pozzuoli.

Sciogliersi o non sciogliersi, i grumi di sangue, fa molta differenza, dato che tutte le volte che il miracolo non è avvenuto per il popolo napoletano, e non solo per esso, si sono verificati eventi drammatici, come le eruzioni del Vesuvio, epidemie mortali, la seconda guerra mondiale.

Il 19 settembre 2018 il miracolo c’è stato….ma non per tutti…

Per i malati talassemici in cura presso gli ospedali napoletani, quel giorno è stato drammatico.

Da diversi mesi i pazienti talassemici campani, essenzialmente confluenti sull’Ospedale Cardarelli e sul Policlinico SUN, noto come “il Vecchio Policlinico” situato nella parte più antica del centro storico, non ricevono più le trasfusioni di plasma concentrato, con la tempistica previste dalle linee guida internazionali ed in base al valore ematico dei loro globuli rossi, ma secondo la disponibilità delle sacche e con meccanismi che si avvicinano sempre più ad un’estrazione a sorte.

Il 19 settembre 2018 dunque, essendo festa a Napoli, i centri di cura erano chiusi…

Mentre una parte di mondo festeggiava la “resurrezione”, diverse centinaia di persone proseguivano con sempre più grande pregiudizio, il loro Calvario.

Il problema della carenza di sacche di sangue, è nazionale, ma in Campania tutto diventa sempre più catastrofico, per le diffuse carenze del servizio sanitario regionale e di ogni genere di welfare.

C’è resistenza culturale alla donazione di sangue, è vero, ma c’è anche la legge 107 del 1990, nota come “piano plasma”.

La norma, emanata all’alba della spaventosa diffusione dell’AIDS e dello scandalo del “sangue infetto”, aveva come obiettivo principale l’azzeramento del rischio di trovarsi un giorno a dover importare sacche di plasma da paesi dove i controlli di qualità erano approssimativi.

Di fatto però ci ritroviamo a ieri, 19 settembre 2018, a non avere disponibilità delle sacche per emo-trasfondere i nostri fratelli talassemici, a non essere come paese Italia autosufficienti in materia di sangue, plasma ed emoderivati, ed ad aver fatto “uno strambo regalo”, sanzionato anche dalla Comunità Europea, ad un imprenditore privato che riceve tantissime sacche di plasma di ottima qualità, frutto delle donazioni eseguite nei centri trasfusionali dei nostri ospedali, per produrre farmaci emoderivati, che poi vengono rivenduti a tutti.

Insomma l’azienda privata italiana, ben agganciata a gruppi politici di potere, fa lauti guadagni, ricevendo la materia prima gratis.

Il nostro compito di civicratici, allora, non può e non deve essere solo la registrazione di un “diritto negato” ai cittadini.

Civicrazia è la rappresentanza diretta del popolo attraverso persone molto competenti ed operose, scelte per merito e non per convenienza politica, che esercita la funzione di controllo e di cooperazione con le istituzioni pubbliche al fine di migliorare i risultati quotidiani delle attività degli apparati dello Stato, versus i singoli cittadini e la comunità intera.

Civicrazia è la capacità di vedere un mondo nuovo che ancora non c’è…e la forza di realizzarlo…tutti insieme.

I CITTADINI VOGLIONO SUBITO IL DIFENSORE CIVICO NAZIONALE

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