Disinteressandosi della vita pubblica non si risolvono i problemi.
Stessa cosa è non andare a votare, non si fa altro che aiutare i politici di mestiere che con i loro “orticelli”, con pochi voti e basse percentuali, governano tutti.
La collettività, poi, nei momenti elettorali non deve neanche farsi abbindolare dalle chiacchiere dei “politicanti” perché poi questi “signori” governano per CINQUE LUNGHI ANNI e ne combinano di tutti i colori.
Allora, cosa fare?
La prima azione da compiere è cambiare le regole, bisogna vincolare I NOSTRI RAPPRESENTANTI, già alla candidatura e prima che siano eletti, a principi semplici, ma concreti come i dettami civicratici di Civicrazia che obbligano l’eletto a un proprio codice comportamentale e altri principi quali:
1.amministratori sottoposti a un preciso codice deontologico;
2. nomine a tutti i livelli con procedure trasparenti, con curricula depositati preventivamente per osservazioni di tutti, e pienamente meritocratiche;
3. referendum propositivi e direttamente deliberativi;
4. Garante del Cittadino, dando potere al Cittadino. Garante davvero indipendente perché nominato dal Forum dei Cittadini (e non dai politici);
5. bilancio partecipato e sociale con ascolto e potere decisionale dei Cittadini;
6. collegamento formale, regolamentare e istituzionale del Comune alla Macroregione Mediterranea.
Non bisogna fornire l’alibi a nessuno di nascondersi dietro la burocrazia o fare lo scaricabarile quando le cose non interessano o non portano beneficio solo al politico di turno.
Ecco, bisogna uscire da questa logica che diventa prepotenza, privilegio e beneficio personale; l’eletto, il nostro rappresentante istituzionale, una volta che assume il comando non è il padrone, non deve chiudere la porta e il telefono e fare ciò che gli è più comodo o vuole.
Costui, invece, deve dar conto alla collettività ai cittadini che l’hanno eletto.
Al tempo stesso anche il cittadino non può restare alla finestra e aspettare che qualcuno s’interessi della sua vita, dei suoi problemi e non sia immune dalle tentazioni sempre pronte a colpire anche il più ligio al dovere.
Una condivisione continua e sempre viva ci deve essere tra l’elettore e l’eletto nel trattare e decidere le scelte da fare per il benessere e sviluppo della collettività.
Momenti di condivisione importanti ed essenziali per vivere tutti bene e non avere chi vive e altri che sopravvivono.
Importantissimo, allora, è partecipare e avere in comune programmi per: la sicurezza, la vivibilità, i trasporti, l’assistenza, la scuola, gli asili nido, il lavoro, lo sviluppo, il tempo libero, l’ambiente.
In fin dei conti, bastano regole chiare e partecipazione, un compartecipare che dia giusti suggerimenti e controllo, solo così si uscirà dal “baratro” dei debiti e fallimenti delle iniziative, si potrà fermare l’emigrazione dei giovani, si creerà vera occupazione, saranno eliminati i privilegi e ci si potrà interessare degli anziani e dell’ambiente.
Solo così, partendo dal basso, si potrà costruire il bene della collettività e salvare l’ambiente, fonte della nostra vita.
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