Set 22, 2018 | Notizie | 0 commenti

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IL DEGRADO URBANO, LA CURA DEI BENI PUBBLICI E LA SICUREZZA DEL CITTADINO.

Liternum è un’antica città romana nella Campania, presso l’attuale Lago Patria, in provincia di Napoli.

A luglio era stato segnalato un caso di degrado e di abbandono: «l’antico anfiteatro romano di Liternum, è sparito sotto una fitta coltre di vegetazione spontanea che ne occulta la visione e la fruibilità».

Ad agosto, sotto un sole cocente, il sito era stato prontamente ripulito; mostrando, dopo anni di incuria, ciò che resta dell’arena e della cavea dell’anfiteatro, realizzato nel I sec a.C. per i divertimenti dei legionari di Scipione l’Africano, e riportato alla luce soltanto in tempi recenti, stretto tra abitazioni moderne.

Purtroppo, trascorse poche settimane dall’intervento di decoro, il sito archeologico liternino si è trovato nuovamente invaso da una coltre di canne selvatiche. Vanificato il lavoro svolto per giorni dagli operai della soprintendenza. La natura mostra i muscoli là dove l’uomo non mostra di aver cura dei propri beni.

Si tratta solo uno degli ultimi eventi che quotidianamente si registrano in ogni angolo d’Italia. Atti vandalici, rifiuti, strade dissestate, affissioni abusive, zone verdi degradate e ancora cartacce e bottiglie gettate per terra, muri imbrattati, vicoli maleodoranti, panchine rotte in spazi verdi incolti. Vedere questo costante degrado delle proprie città crea un profondo dolore e spesso i cittadini si sentono impotenti, mentre le amministrazioni pubbliche vivono nel perenne assedio e immobilismo delle segreterie partitiche o dei molteplici centri di potere. Non si riescono ancora a definire dei progetti di lungo termine, si corre continuamente dietro l’emergenza, si tappano buchi mentre si aprono voragini.

Sicuramente, negli oltre 8000 comuni italiani si sono stilati i migliori progetti urbani, coinvolgendo costose figure professionali ed in alcuni casi anche i cittadini, ma quanti ne sono stati poi effettivamente realizzati? E di questi ultimi, la stragrande maggioranza sono stati poi abbandonati a se stessi e non più curati. Sì, perché solitamente si calcolano i costi di esecuzione, ma non i costi di manutenzione e quindi un’opera di merito si trasforma nel tempo in un’opera di abbandono e degrado.

Inoltre, il degrado urbano è causa di grande insicurezza del cittadino: a volte non ci si fa più caso ma, per la maggior parte delle persone, percorrere luoghi sporchi e deteriorati provoca un senso di incertezza che alimenta la paura di essere più esposta ad atti criminali.

Secondo la nota “teoria dei vetri rotti” (“Broken Windows Theory”), se in una zona si diffondono segni di inciviltà materiale, vale a dire di degrado dell’ambiente, è probabile che si sviluppi un effetto moltiplicatore del disordine stesso. In assenza di interventi, i residenti percepiscono un cedimento delle regole, un senso di abbandono, gradualmente si disaffezionano e tendono a deresponsabilizzarsi. Il cestino incendiato, l’insegna divelta, il sottopasso sporco su cui non si interviene tempestivamente e che rimangono così per mesi o anni, possono creare un effetto contagioso propagando disordine, insicurezza e paura a macchia d’olio, una spirale verso il basso.

Con la scusa che non ci sono soldi, le amministrazioni spesso latitano, e d’altra parte, anche i cittadini non sono quasi mai così attenti ai loro comportamenti deleteri nei confronti dell’ambiente e dei beni pubblici.

Occorrerebbe una vera rivoluzione ambientale. In verità, qualcosa si sta muovendo ed alcuni giovani più responsabili hanno avuto l’idea di creare una app (Decoro Urbano) per segnalare situazioni di degrado urbano ai Comuni di riferimento, in modo che questi si attivino per calendarizzare l’intervento.

In altri casi, gli abitanti di singoli quartieri cittadini si sono attivati per curare la loro parte di città, rendendola finalmente luminosa e vivibile. Sperando che almeno in questi casi, il Comune abbia ridotto le tasse utilizzate per il decoro cittadino.

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