Gen 17, 2018 | Notizie | 0 commenti

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SORPRESE AMMINISTRATIVE E DIFENSORE CIVICO.

Sembra la solita storia inventata sulle stranezze amministrative e invece è la realtà.

In una località italiana, nella Regione Emilia Romagna esiste una Associazione, denominata Al servizio della Salute, che da tempo svolge egregiamente i propri compiti nel campo della sanità a servizio dei cittadini.
E’ una bella realtà italiana, di quelle associazioni che ti rendono orgoglioso della bandiera che indossi. Un giorno l’amministrazione locale sanitaria secondo quanto appreso, avrebbe revocato, in apparenza sorprendentemente, l’uso del locale assegnato all’associazione, suscitando da subito perplessità. A seguito di richieste di chiarimento, l’associazione avrebbe ricevuto spiegazioni ancor più sorprendenti sui motivi per tale revoca: la intervenuta modifica dei requisiti “anagrafici” per ottenere siffatta concessione, vale a dire che in capo alla associazione mancherebbe da oggi la maggiore anzianità di iscrizione ora richiesta. In altre parole la perdita del locale non sarebbe da addebitarsi alla incapacità della associazione nello svolgimento della attività istituzionale sanitaria svolta, ma sembrerebbe alla mancanza di una diversa e più consistente anzianità di iscrizione, che l’associazione solo ora sarebbe chiamata ad avere (e che non può avere).
L’associazione come risposta ha tentato di far valere i suoi diritti con ricorso innanzi al Difensore Civico della Regione Emilia Romagna ma la risposta che avrebbe ottenuto sarebbe stata di natura burocratese: è troppo presto per avere giustizia, occorre aspettare.
In realtà la giovane associazione sta tentando di esercitare ogni mezzo legittimo di protesta per farsi ricevere subito dal Difensore Civico e poter esporre le proprie ragioni.
Occorre sapere se la macchina amministrativa e di garanzia preposta per legge voglia decidere e dirimere liti su questioni apparentemente illogiche e prive di ragionevolezza.
L’Italia ha bisogno di cose buone, di proteggere le proprie eccellenze nei vari campi, e non di parlare una lingua ormai desueta e priva di riscontro tra i cittadini.
Non sembra condivisibile che si possano cambiare le regole in corsa.
 
 

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