Ott 7, 2017 | Notizie | 0 commenti

Tempo di lettura: 8 minuti

SANNINO’ S CASE

Se l’evoluzione normativa è stata tale da produrre fino ad oggi leggi la cui ratio è quella di avvicinare quanto più possibile la Pubblica Amministrazione al cittadino, è pure vero che spesso il principio di “far cassa” da parte dello Stato prevale anche sul riconoscimento del diritto. E’ il caso di Giuseppe Sannino, Presidente dell’Associazione Nazionale Italiana Diversamente Abili, che combatte da circa dieci anni una battaglia contro i vertici dell’Inps. Tutto comincia nel 2005, anno in cui Sannino fonda l’A.N.I.D.A. Onlus, con la quale denuncia i soprusi messi in atto dall’INPS contro i disabili. A seguito di tale azione volta al riconoscimento dei diritti dei disabili, è lo stesso Sannino, diversamente abile in quanto colpito all’età di 8 mesi dal virus della poliomelite agli arti inferiori,  a diventare una vittima della strategia repressiva dell’INPS, che nel 2008 comincia a colpirlo con le sue ritorsioni. Guarda caso, a seguito dei provvedimenti adottati dal governo per verificare “a campione” le false invalidità, è proprio lui ad essere estratto e convocato a visita di controllo, con i seguenti risultati: la revoca delle provvidenze economiche e la riduzione dell’invalidità all’80%. Risale al 2008 il primo ricorso al Tribunale di Napoli per la restituzione di quanto gli era stato tolto e la conseguente vittoria, con l’accoglimento del ricorso e la condanna dell’INPS al ripristino dele competenze previste dalla legge e al pagamento degli arretrati. L’INPS reagisce con l’appello e con la contestuale richiesta di sospendere preliminarmente la provvisoria esecutività della sentenza; richiesta che non viene accolta. Ma l’INPS si accanisce a dispregio della pronuncia del Tribunale e riconvoca il Sannino, riservandogli una situazione disumana, e reiterando la manovra di riduzione della percentuale di invalidità e la soppressione dell’indennità di accompagnamento. Nel 2012 Sannino chiede di ricorrere alla procedura ATP, e in tale sede gli viene riconosciuta la invalidità del 100% con accompagnamento ma l’INPS fornula dissenso e contesta le conclusione del CTU Tagliaferro. Fino a quando si arriva all’udienza del 2017 dopo una serie di rinvii, in cui il giudice riconosce al Presidente dell’A.N.I.D.A. l’invalidità del 100%  con accompagnamento, già riconosciutagli nel 2002, ma facendola decorrere dela luglio del 2013, adottando così una soluzione pilatesca all’italiana. Il danno e anche la beffa: secondo il Collegio Peritale Giuseppe Sannino avrebbe truffato l’INPS per ben 11 anni. Con la lettera aperta del 19 settembre 2017, Sannino si conferma protagonista di una battaglia simbolo, che denuncia la discriminazione a favore del riconoscimento pieno dei diritti dei cittadini così come sancito dalla Costituzione italiana.


Articoli Relativi

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *