Ott 3, 2018 | Notizie | 0 commenti

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SANITA’ CAMPANA???…PROFONDO ROSSO

Pochi giorni fa l’AIFA ha pubblicato nel sito Il Monitoraggio dei LEA per l’anno 2016.

Si tratta, sostanzialmente, del metodo per valutare la qualità dei servizi sanitari regionali.

In base alla classifica che ne viene fuori il governo centrale adotta politiche di “supporto” per quelle regioni che non ottengono la “sufficienza”.

La classifica LEA, ha assunto negli anni una grande importanza, non solo per misurare la qualità dei servizi offerti ai cittadini e l’omogeneità delle prestazioni lungo tutto lo Stivale, ma soprattutto per individuare quelle realtà in cui il livello delle prestazioni e dei costi generati, impongono la nomina di un Commissario Straordinario di Governo, che opera di fatto in sostituzione dei normali assessori competenti.

Al primo posto tra i virtuosi la regione Veneto con 209 punti…ed all’ultimo la Campania con 124, in profondo rosso

La Regione Campania ha negli anni accumulato un debito per la “sanità” di proporzioni molto impegnative, tale per cui è commissariata da oltre dieci anni e, negli ultimi sette ha “goduto” di un Commissario Straordinario di Nomina diretta del Ministero delle Finanze.

Per la precisione si sono succeduti all’incarico il dr. Morlacco prima ed il dr. Polimeni dopo.

Subentrato a Morlacco nel 2015 dopo le elezioni per il rinnovo di Consiglio e Giunta Regionale, a marzo 2017, Polimeni si dimise, consentendo, su decisione dell’allora ministro Padoan, il rientro di un Commissario Straordinario di Giunta, nella persona del Governatore in carica, on. V. De Luca.

Il governatore De Luca ha sempre sostenuto che la causa del disastro e dell’agonia del nostro SSR dipendeva proprio dall’ Istituto del Commissario Straordinario.

In realtà leggendo con attenzione la classifica per il quinquennio 2012-2016, si osserva come i due Commissari Straordinari, hanno portato a casa risultati molto diversi pur posizionandosi a punteggi bassi.

E’ andato certamente meglio la gestione combinata degli anni 2012-13-14 che quella 2015-16 appartenenti ad una nuova, ed attuale, compagine di governo locale.

Chiarisco, per evitare fraintendimenti, che dal punto di vista squisitamente politico negli anni considerati nel Rapporto, sia la coppia Caldoro-Morlacco, che quella De Luca-Polimeni hanno operato i rispettivi mandati “sotto” un Governo Nazionale “amico”.

Non c’è quindi nell’interpretazione numerologica, nessun accanimento pregiudiziale per fine di conquista “poltrone”.

La Classifica, il cui rapporto invito a leggere essendo molto istruttivo (http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato7190427.pdf)

è costruita considerando ben 21 indici, ognuno dei quali “fotografa” la reale capacità assistenziale per i cittadini, di ogni soggetto sanitario che costituisce il nostro SSN.

Per cui avremo indici che riguardano la prevenzione, altri che interessano l’assistenza territoriale a favore di diverse categorie di cittadini-pazienti e/o disabili, ed infine gli indici che ci dicono quanto funzionano i nostri ospedali ed a che livello di qualità.

Se siamo perennemente ultimi, con punteggi disastrosi negli ultimi due anni ( 2015-16) con o senza commissario straordinario, motivi strutturali che poco o nulla hanno a che fare con “balletti di numeri e slogan pre-elettorali”, evidentemente ci sono.

I cittadini campani, che quotidianamente soffrono di disservizi e diversità di trattamento per una stessa patologia tra un Grande Ospedale napoletano ed un altro Grande Ospedale napoletano, suo dirimpettaio, e che per meccanismi assurdi legati alle norme del cosiddetto  “Federalismo Fiscale in Sanità”, si ritrovano, a parità di reddito, a pagare più tasse dei loro connazionali del Veneto, sanno benissimo dove si annidano le criticità del sistema, perché ogni giorno da anni le vivono sulla propria pelle.

Alcuni di essi dopo estenuanti ed interminabili attese ai PS degli ospedali Campani, sfogano, malamente, la propria rabbia e sofferenza sugli operatori sanitari di passaggio, a loro volta massacrati da  turni disumani.

Altri fuggono al nord a curarsi anche per banali patologie.

Altri ancora rinunziano del tutto.

C’è molto da cambiare, a cominciare da un paradigma culturale e comportamentale.

Più Partecipazione e zero sudditanze.

I CITTADINI VOGLIONO SUBITO IL DIFENSORE CIVICO NAZIONALE

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