Apr 21, 2019 | Notizie | 0 commenti

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RICOSTRUIAMO NOTRE DAME, RICOSTRUIAMO LA PACE!

Indipendentemente dalle cause, volontarie e fatali o dolose, vedere Notre Dame, il tempio di Dio, avvolta dalle fiamme è uno spettacolo inquietante ancorché doloroso. Un rogo imprevisto che fa cadere la guglia gotica, il picco sovrastante la città rivolta all’infinito, e che sembra simboleggiare la caduta degli dei che presiedono alla cristianità, numi dell’afflato europeo. Nonostante in questi casi la prudenza sia saggia consigliera imponendo il silenzio fino a quando non si sarà fatta chiarezza sull’accaduto, e tuttavia nonostante il pensiero generi dubbi sospetti sulle dinamiche dell’incidente, è inevitabile il collegamento con i fatti raccapriccianti che hanno colpito la Francia e Parigi in particolare,  l’attacco blasfemo alle chiese cristiane, la distruzione dei simboli sacri della fede cattolica, che sembrerebbero incarnare la lotta contro l’infedele, riproporre una lotta contro una confessione religiosa, colpendo al cuore una identità per toglierne valore,  e rendendone, così,  riconoscibile la matrice. Qualche fotogramma di quel rogo ha richiamato quelli devastanti delle torri gemelle. Ma, abbandonando ogni preconcetto, va sottolineato che tutto questo conduce ad una riflessione più ampia, che riguarda la rappresentazione del patrimonio culturale, la proiezione collettiva dei beni culturali, di cui Notre Dame rappresenta un baluardo titanico, le provenienze radicate, le testimonianze di un passato su cui si costruisce il futuro. Notre Dame come San Pietro non sono soltanto luoghi di culto, di preghiera e di innalzamento spirituale, ma orme, tratti riconoscibili di un percorso storico e identitario. Non solo, ma costituiscono quel patrimonio intorno al quale si stringe l’Europa, capisaldi di una Unione che si riconosce  intorno a ceppi comuni di cultura, frammenti di un puzzle che il Trattato di Maastricht ha messo in rete. E sono anche punte miliari di itinerari di bellezza. Quella bellezza che salva e che si impone contro ogni istinto improbo di distruzione. C’è stata una mobilitazione intorno a Notre Dame; una mobilitazione finanziaria, operativa e progettuale di maestranze di artigiani e professionisti, per ricostruire. Di fronte a questa carica di nobile energia, che senso hanno tutti quei discorsi di tanti benpensanti, che puntano l’indice, che colpevolizzano il gesto di donare somme ingenti per la Francia di Notre Dame mentre nulla si stanzia per la Libia o per i tanti bambini che muoiono di fame? Il discorso non è così semplice. Niente va banalizzato, così come non si può mettere a confronto una guglia con un essere umano. Ma anche ricostruendo Notre Dame si costruisce per la pace.

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