Apr 18, 2018 | Notizie | 0 commenti

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QUANDO UNO SMARTPHONE DIVENTA PADRONE

Famiglia in crisi, relazioni generazionali difficili, tecnologia invadente e una magistratura che interviene, a torto o a ragione, a separare genitori e figli. Tutto questo ed altro emerge da un fatto accaduto a Lecce, allorquando un giudice ha deciso di allontanare una dodicenne dalla propria famiglia per avere subito maltrattamenti dal padre, il quale, peraltro, è stato anche successivamente indagato. Maltrattamenti consistiti, sembrerebbe, in uno schiaffo che il genitore avrebbe dato alla figlia responsabile di un uso eccessivo dello smartphone. La reazione della ragazzina sarebbe stata quella di chiudersi in camera sua e di ferirsi ai polsi.Un’insegnante avrebbe poi segnalato la circostanza al tribunale dei minori con le conseguenze che abbiamo prima evidenziato.

L’argomento è non poco spinoso, data la delicatezza del contesto in cui è accaduto, la famiglia, e che mette in evidenza il potere che può avere uno strumento come un telefonino, al punto da interferire nei rapporti familiari, nel rapporto tra un giovane individuo e il suo diritto ad una crescita sana, ad un percorso di autodeterminazione e di autentica autonomia.La vicenda fa discutere perchè evidenzia, inoltre, la problematicità della relazione genitori/figli in un’epoca in cui la tecnologia finisce per inghiottire, fagocitare e far prevalere gli aspetti negativi, più nefasti sulle pure enormi valenze positive di progresso e di sviluppo di una società. Una tecnologia, che non è sempre facile controllare, che spesso rafforza sprovvedutezza e insicurezza, a scapito di un rafforzamento dell’autostima. Uno smartphone non può diventare un padrone, l’occhio di un grande fratello, ma è civicratico un percorso educativo, un’attenzione genitoriale che insegni ad usarlo e a non essere usati.

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