Potere e Inerzia
Il potere di distruggere è tra le mani, le menti, le parole di ogni uno di noi. Distruggere il cerchio della umana solidarietà, del convivere sociale con atti di violenza, con aggressioni ingiustificate ai più deboli, con organizzazioni malavitose operanti, radicate storicamente, solide e sempre capaci di rinascere. Eppure non è del potere di distruggere del singolo cittadino che voglio parlare, il quale fra l’altro fra legge e giustizia incontra comunque ostacoli, che raggira, ma sa di essere nella illegalità. Il potere di cui voglio parlare è quello che possiedono pubblici ufficiali, ministri della cosa pubblica, dipendenti dello stato, politici, legislatori. Un potere distruttivo che possiedono tanto più, quanto più non agiscono. Il potere dell’inerzia, qui, fra le mani dei preposti alla cosa pubblica, al servizio del cittadino è silente, rallentato, e rallentante, si muove a danno del cittadino operoso, creativo o debole e bisognoso: con le stesse modalità in cui le genti del mare, in una giornata calda d’ oriente, dove, oltre allo scacciare le mosche, e rifugiarsi all’ ombra, nessuno osa uscire di casa. Insolazione! Umido! Silenzio! Siesta. Questi inerti funzionari, benché oziosi, inoperosi, inattivi, agiscono! Agiscono per effetto retroattivo su quanti da loro dipendono, su quanti attendono risposte a pratiche, domande, certificati, risposte sanitarie, o addirittura l’esito di un proscioglimento o di un rinvio a giudizio. Questi isolati, ma ben ferrati pubblici ufficiali, inceppano spesso la staffetta della macchina burocratica, cosi faldoni, pratiche, scivolando fra una scrivania o l’altra, rischiano, di disperdersi; perché con così tanto lavoro da portare avanti, è sempre bene fermarsi a pensare da dove cominciare, chiedersi quale è priorità, e quale rischio comporta l’assenza di risposta. Inerzia, attesa, lasciare fare, a chi pare motivato…e ritornare con slancio maggiore la mattina dopo……….Il potere dell’Inerzia dei pubblici ufficiali, si spera sia solo debolezza umana, abitudine, consuetudine decadente, imitazione del declino. Mai vorremmo pensare che la prima pratica sula scrivania, volutamente venga infilata sotto l’ultimo faldone. L’ inerzia che distrugge, attende che il tempo invecchi ogni speranza, e celebri l’archiviazione’ azione assertiva, lo spirito e la motivazione a fare, ponendo avanti a tutto il mandato, offerto dalla collettività è un segno che ogni cittadino civicratico deve accettare. Niente comode pantofole rosa quando si striscia il cartellino, per favore!!!
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