Dopo l’ennesimo, sconcertante episodio di arresto di un presidente di comunità di minori, per presunte molestie e atti di violenza su bambini ospiti nella struttura che gestiva, è giunto il tempo di chiedersi cosa stia succedendo all’umanità.
In questi ultimi anni, forse anche grazie all’informazione non di regime, siamo letteralmente invasi da notizie riguardanti episodi di pedofilia che avvengono un po’ in tutto il mondo; un fenomeno che incrocia tutte le fasce sociali e che non lascia indenne nessun luogo, quando persino dove i più piccoli credono di trovare un rifugio sicuro è proprio lì che si annida il pericolo.
Gli scandali stanno interessando alcune ONG (addirittura alcuni dirigenti dell’UNICEF sono stati arrestati per atti di pedofilia), la Chiesa, il già di per sé triste mondo dei rifugiati, il settore dello showbiz internazionale, ecc. Da per tutto insomma sta venendo fuori il marcio di una civiltà che, superficialmente si mostra come altamente evoluta e complessa, mentre al suo interno presenta tutta una serie di degenerazioni regressive, forse mai conosciute prima nella storia antropologica dell’essere umano.
Ma se da una parte l’opinione pubblica ancora si scandalizza di questi spregevoli episodi, dall’altra si è sviluppato un grande carrozzone pseudo istituzionale che spinge verso un mondo ipersessualizzato fin dalla più tenera età, una società pedosessuale, promiscua, orfana di quell’unico baluardo di stabilità che è la famiglia. Uno scenario che incarna quanto già scritto nei romanzi di Huxley tra il 1932 e il 1958: «La bimba si allontanò sgambettando fra i cespugli e fu persa di vista. “Deliziosa piccola creatura!” disse il Direttore, seguendola con gli occhi. Poi volgendosi agli studenti: “Ciò che sto per dirvi ora – avvertì – potrà sembrarvi incredibile […]”. Rivelò la stupefacente verità. Per lungo tempo prima dell’epoca del Nostro Ford, e anche per qualche generazione posteriore, i giochi erotici tra fanciulli erano stati considerati anormali (ci fu uno scoppio di risa); non soltanto anormali, ma persino immorali (no!); ed erano di conseguenza repressi».
Oggi, invece, è l’UNESCO a prescrivere le conoscenze e gli atteggiamenti da inculcare nei giovani secondo ogni classe di età. Attraverso le “linee-guida tecniche” del suo programma pedagogico, prevede che fin dalla scuola primaria (dai 5 agli 8 anni) gli scolari imparino dall’insegnante l’omosessualità nel quadro di una sessualità sostenibile. Dai 9 anni è previsto che gli scolari imparino le modalità del piacere maschile e femminile e la masturbazione viene raccomandata, purché “in privato”.
Purtroppo, però, la violenza che sta emergendo e le amenità pedagogiche stanno coprendo altri drammi ancora più gravi, quali la scomparsa dei bambini e il traffico di organi.
E dunque, quale civiltà, quale Stato di diritto, quale genere di democrazia, lascia che tali fenomeni possano non solo avvenire, ma addirittura proliferare? Cosa o chi ci frena dal proteggere i più deboli tra le vittime di violenza, i bambini?
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