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Gen 20, 2021 | Notizie | 0 commenti

Tempo di lettura: 8 minuti

NON SMETTEREMO MAI DI LOTTARE CONTRO L’ECMOSTRO DI AGRIMONDA

Sono molti anni, troppi anni, che il sito di Agrimonda desta innumerevoli preoccupazioni ai cittadini che abitano nelle aree limitrofe. Dal 18 luglio 1995 questo sito è diventato un ecomostro che minaccia la salute della popolazione. Un incendio ha devastato questa azienda addetta alla commercializzazione di prodotti per l’agricoltura, trasformando l’area in una fabbrica di scorie dannose per la salute. Il Presidente del Comitato dei Cittadini, Ciro Tufano, continua imperterrito a combattere da trent’anni per chiedere aiuto e attenzione per questo disastro ecologico che sta mettendo a serio rischio la salute dei cittadini. È necessaria una bonifica del sito per porre fine alle esalazioni e all’inquinamento causato dall’incendio del 1995. Purtroppo, dopo 25 anni di lotte, ancora non si è riusciti ad ottenere interventi risolutivi per tutelare la salute dei cittadini. L’emergenza Covid ha inoltre sovrastato qualunque emergenza e, se prima nessuno aveva mosso un dito per risanare una situazione di disagio come questa, adesso pare vi sia ancora meno interesse a bonificare l’ecomostro di Agrimonda.

L’intervento del Difensore Civico è stato il primo dopo molti anni a rappresentare un’azione concreta, commissariato i Comuni di Mariglianella e Marigliano. Ma, visto l’indugiare dei Comuni anche dopo i 60 giorni di commissariamento, il Difensore Civico sta avviando un nuovo procedimento.

L’ecomostro di Agrimonda è un esempio emblematico della situazione del nostro Paese, ancor di più in questo periodo. È vero, stiamo affrontando l’emergenza Covid che ha ucciso migliaia di persone. Ciò che viene da pensare è se siano necessari i grandi numeri per far intervenire chi di dovere. Il virus Covid ha mietuto a grande velocità moltissime vittime e per questo è stato oggetto di attenzione da parte di tutti. Quante vittime ci sono state e ci saranno a causa di ecomostri come Agrimonda? Solo perché la notizia non fa scalpore allora non vale la pena intervenire?

I danni a lungo termine che un disastro ecologico del genere può causare sono quasi incalcolabili. L’avvelenamento che un sito del genere può provocare, è un assassino subdolo e, purtroppo, silenzioso. Questo silenzio però non è delle vittime ma di coloro che potrebbero intervenire e invece non fanno nulla. Non ci si può capacitare di come non si capisca di dover intervenire tempestivamente per sanare e bonificare prima che i danni siano incontenibili. È infatti vero che le scorie rilasciate nel suolo e nell’acqua non rimarranno ferme sul suolo di Agrimonda, ma si diffonderanno e continueranno a insinuare il loro veleno. Ogni cittadino ha diritto alla tutela della propria salute e a vivere in modo dignitoso. Le esalazioni che si sprigionano dal sito dell’incendio presso la ex fabbrica di fitofarmaci di Agrimonda, sono ormai ovunque nella zona e portano con loro potenziali pericoli per la salute della popolazione.

Così come il sito di Agrimonda ha trascinato per anni il suo disagio, chissà quante zone del nostro Paese stanno convivendo con disagi simili. Bisogna tenere sempre presente che ogni danno ambientale si ripercuote inevitabilmente sull’uomo e sulla sua salute. Come è stato ignorato il disagio causato dall’ecomostro di Agrimonda, ormai i cittadini si aspettano che questa noncuranza sia applicata a qualsiasi disastro ambientale che però non faccia notizia. Il messaggio che arriva alla popolazione purtroppo è ben chiaro: se chi può intervenire non ha modo di farsi chiamare “eroe” dai mezzi di telecomunicazione, non interviene. Ogni azione, quindi, non viene fatta per la tutela dei cittadini ma solo per mera mania di protagonismo?

Sono stati in pochi a cercare di porre fine a questa pericolosa situazione. Il Presidente del Comitato dei Cittadini, Ciro Tufano e il Difensore Civico, Avvocato Giuseppe Fortunato si stanno battendo per risanare l’area e far cessare i miasmi che ormai affliggono tutto il territorio. È necessario che sia fatta quanto prima una bonifica del terreno e sia resa vivibile la zona e respirabile l’aria.

Ora si è distratti dagli interventi effettuati per contrastare il virus Covid. Ciò non vuol dire che tutti gli altri disagi italiani, che sopravvivono a causa del disinteresse di chi potrebbe intervenire, abbiano meno importanza.

Non ci si può appellare alla necessità di risparmiare risorse per affrontare l’emergenza Covid perché sono 25 anni che questo ecomostro divora incontrastato la salute dei cittadini che abitano nelle aree limitrofe. Non ci sono più scuse.

Laura Donato

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