Dic 22, 2015 | Notizie | 0 commenti

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NOBEL PER LA PACE ALLA SOCIETÀ CIVILE TUNISINA

Nobel per la pace alla società civile tunisina

 

Parlare di democrazia oggi, per ricostruirne il percorso è difficile. Farla vivere appieno è spesso complicato. Le scienze sociali e le scienze politiche hanno da sempre mostrato interesse su come si sia giunti alla democrazia e hanno concentrato gli studi, prima di tutto, sui pericoli che la stessa ha incontrato sulla sua strada: si pensi al totalitarismo, a tutti gli autoritarismi; al fascismo, al nazismo, allo stalinismo e così via. Che rischi ha corso la democrazia! Il terrorismo di oggi, in varie forme e in molti paesi rappresenta la vera minaccia alla democrazia, non consentendo ancora agli storici, allo stato attuale e al mondo intero di poter archiviare la “questione del terrorismo”.

Le Primavere Arabe, in particolare la Primavera tunisina, ci raccontano egregiamente la volontà di voler fare tabula- rasa su “la questione terrorismo”.

Quest’anno, in Tunisia, si festeggia l’anno zero degli attentati. Alla fine di settembre scorso, la Tunisia ha sepolto il terrorista Rezgui che massacrò circa 40 turisti sulla spiaggia.

Un sito tunisino scrisse in quel preciso giorno: ”Adesso cerchiamo di sotterrare l’odio e il mondo non ci lasci soli” e il mondo, attento, è arrivato con il Nobel per la Pace.

Molti pensavano che il Nobel andasse al Papa; altri alla Merkel e, invece, un quartetto tunisino, rappresentante la società civile, ha spiazzato tutti, dimostrando che attraverso il dialogo, democraticamente, e con la condivisione, tutto è possibile. Il quartetto è composto da: Lega Tunisina per i Diritti umani, Utica, Ugtt e Ordine degli Avvocati. Wided Bouchamaoui è la Presidente di Utica, Confederazione di industriali, commercianti e artigiani, una sorta di Confindustria nostrana.

Il Presidente della Lega per i Diritti Umani è Abdesstar ben Mussa. Il Segretario del Sindacato Tunisino Ugtt è Houcine Abbassi e l’Avvocato Fadhel Mahfoudh rappresenta l’ordine degli Avvocati: chapeau a tali eminenti uomini e donne che ci permettono ancora di credere nei valori e di lottare per salvaguardarli.

Anche la società civile italiana, per superare il forte dualismo esistente tra classe politica e Paese reale può, attraverso associazioni scevre da qualsiasi sovrastruttura e formate da “liberi pensatori” non veicolati dall’alto, diventare protagonista: Civicrazia ne è un emblematico esempio, con le sue 4000 libere Associazioni e con le crescenti adesioni e ramificazioni. Gli intellettuali di casa nostra, spesso indifferenti, si interroghino sul fatto che un riconoscimento – e che riconoscimento – sia arrivato dal Nord Europa. Le organizzazioni italiane, impegnate nella promozione e nella tutela dei diritti umani dovrebbero, con gli intellettuali, risvegliare le coscienze per “educarle” al “diverso”, perchè, come ha detto anche il Santo Padre: “Siamo tutti migranti, siamo tutti persone”. Grazie al Quartetto Tunisino. Mille grazie.

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