Più volte si è parlato delle difficoltà incontrate dal nostro Paese nel valorizzare il suo patrimonio culturale. Un patrimonio ingente, invidiato dall’umanità, ma che troppo spesso si trova di fronte a sprechi e inefficienze di varia natura. Un po’ per mancanza di fondi, un po’ per la mancanza di una visione organica e unanime della gestione, certo è che l’Italia difficilmente riesce a valorizzare al meglio il suo patrimonio culturale, specie quello archeologico diffuso nell’Italia meridionale, emblema delle tante risorse sottoutilizzate nel nostro Paese.
E’ così, dopo la già nota storia degli scavi di Pompei – che nel 2008 erano balzati agli onori delle cronache per il forte stato di degrado in cui si trovavano (con branchi di cani randagi che si aggiravano indisturbati tra le domus del complesso archeologico, prostitute e abitazioni abusive) -, di pochi giorni fa la notizia che anche il Museo Antiquarium di Ercolano vige in uno stato di semi abbandono (http://www.repubblica.it/cronaca/2010/07/12/news/ercolano_scavi-5526976/).
Inaugurato due volte (nel ’78 e nel ’93) non è mai stato aperto. Porte chiuse per la parte delle terme, una delle più suggestive. Gli scheletri dei fuggiaschi ancora chiusi nei magazzini. Il teatro non accessibile al pubblico. Una grave perdita insomma, per un sito archeologico che ogni anno richiama la presenza di oltre 300.000 visitatori e che, insieme al sito di Pompei, costituisce uno dei principali complessi archeologici d’Italia.
Sarebbe auspicabile una diversa gestione dell’ufficio pubblico: una gestione che non ceda il passo a commissariamenti e non ricorra necessariamente al supporto dell’ente privato. Servirebbe una sinergia e collaborazione diversa tra tutti gli enti coinvolti: anche per far fronte al trend negativo che riguarda la frequentazione degli istituti museali italiani e che continua da 3 anni a questa parte. Una sinergia che dovrebbe vedere per primi i cittadini protagonisti e uniti nella volontà di cambiare, di fare del proprio meglio per salvaguardare la propria storia, forti nell’alzare la voce per veder tutelato il proprio patrimonio storico e culturale…questo è il nostro obiettivo.
E’ possibile mettere fine alle inaugurazioni fasulle e agli interventi di facciata di una certa malapolitica, interessata solo ad accaparrarsi il favore degli elettori al momento del voto. L’amore per le bellezze artistiche, storiche e culturali della nostra penisola non può essere a tempo determinato, né riportare alcuna data di scadenza. Merita, piuttosto, sincerità e concretezza.
Se queste doti scarseggiano in alcuni esponenti di partito, interverranno i cittadini.
Questo l’obiettivo di Napoli Innanzitutto: la possibilità di creare una città vivibile, trasparente, basata sulla meritocrazia e sulla reale partecipazione del cittadino alla vita pubblica e alla scena politica napoletana.
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