L’Italia ha la risorsa più preziosa che sono i suoi lavoratori/le sue lavoratrici, ma la cosa assurda è che non hanno la tutela che dovrebbero e potrebbero avere. Negli ultimi anni abbiamo avuto una strage continua di morti sul lavoro con oltre 1000 decessi ogni anno (tre ogni giorno). La cosa vergognosa è che, anche se siamo una delle prime economie europee, l’Italia è ben sopra la media Ue per quanto riguarda i decessi sul lavoro. Il Regno Unito ha solo 0,61 morti per 100mila occupati e l’Italia 4,1 morti per 100mila.
NUMERI ALLARMANTI
I decessi sono solo la punta dell’iceberg visto che ci sono anche 590mila infortunati annualmente di cui 50mila con invalidità permanente (137 al giorno!!!). Inoltre, ci sono circa 630mila persone che ogni anno ricevono rendite per invalidità permanente causata da infortuni sul lavoro con un costo sociale complessivo di circa €?45 miliardi all’anno (costi diretti, indiretti, sanitari e intangibili). Questi dati includono solo una parte dei lavoratori “irregolari” morti/infortunati, visto che alcuni datori di lavoro – soprattutto per evitare sanzioni amministrative, sospensione dell’attività e procedimento penale – preferiscono non denunciare tali incidenti.
LEGGI INSUFFICIENTI
Purtroppo le leggi/regole (D.Lgs. 81/2008, il Codice Civile e Codice Penale ecc.) non sempre vengono applicate in modo rigoroso e sono oramai obsolete e insufficienti. In aggiunta, gli stessi previsti controlli sono insufficienti (solo 4.000 ispettori per 4 milioni di aziende); sussiste molto lavoro sommerso/irregolare; gli appalti sono assegnati a prezzi stracciati che portano le aziende a risparmiare sulla sicurezza, alla formazione inadeguata, all’invecchiamento degli impianti e dei macchinari; la patente a punti per il settore edile ancora non adottata da metà delle aziende; vi è una bassa applicazione delle sanzioni e prevale una mancanza di cultura della sicurezza.
CIVICRAZIA INSISTE
Per migliorare la sicurezza bisogna semplicemente copiare le nazioni con le statistiche migliori (Regno Unito, Irlanda e Paesi Bassi), investire nella prevenzione e in una vera cultura della sicurezza, rafforzare i controlli e le sanzioni, aumentare il numero di ispettori e dare loro strumenti e tecnologie all’avanguardia per i controlli, rafforzare le sanzioni, premiare le aziende virtuose, contrastare il lavoro sommerso, implementare controlli mirati nei settori a più alto rischio, tutelare lavoratori che denunciano le condizioni di lavoro insicure, promuovere l’innovazione tecnologica, offrire incentivi per l’ammodernamento, finanziare lo sviluppo di nuove tecnologie che monitorino i rischi e riformare il sistema degli appalti e rendere appaltante e subappaltatore solidalmente responsabili per la sicurezza dei lavoratori.
Fabio Riccio 





0 commenti