Ago 7, 2025 | Battaglie | 0 commenti

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“MORTI SUL LAVORO ANCORA IN AUMENTO”

 

Il bilancio delle vittime sul lavoro è inaccettabile: si contano già 502 decessi, 33 in più dello scorso anno (+7%).
Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (56). Seguono: Veneto (36), Campania (33), Sicilia (31), Piemonte (29), Puglia (27), Emilia-Romagna (24), Toscana (23), Lazio (19), Trentino-Alto Adige (12), Abruzzo, Calabria, Liguria e Umbria (10), Basilicata e Marche (8), Friuli-Venezia Giulia e Sardegna (7), Molise e Valle d’Aosta (1).
Ben sette regioni sono in zona rossa e altre cinque in zona arancione.
A finire in zona rossa a giugno 2025, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 15,1 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Puglia, Abruzzo e Campania. In zona arancione: Calabria, Valle d’Aosta, Veneto, Liguria e Piemonte. Nella zona gialla: Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lombardia, Sardegna ed Emilia-Romagna. In zona bianca: Molise e Lazio.
Sono 502 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 362 in occasione di lavoro (2 in meno rispetto a giugno 2024) e 140 in itinere (35 in più rispetto a giugno 2024). (Nel rapporto allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

 

 

IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER ETÀ

 

Nei primi sei mesi dell’anno, l’incidenza più elevata si registra nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (47,3) e in quella compresa tra i 55 ei 64 anni (24,4), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 ei 54 anni (15,6).
Numericamente la fascia più colpita dagli infortuni mortali in occasione di lavoro è quella tra i 55 ei 64 anni (130 su un totale di 362).

 

 

DONNE E INFORTUNI MORTALI

 

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 21, mentre 22 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. In totale sono 43 le donne decedute nei primi sei mesi.

 

 

LAVORATORI STRANIERI: RISCHIO MORTALE PIÙ CHE DOPPIO

 

Sono 108 gli stranieri vittime di infortuni sul lavoro, su un totale di 502; 75 sono deceduti in occasione di lavoro e 33 in itinere. Il rischio di morte sul lavoro risulta essere doppio rispetto a quello per gli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 29,8 morti ogni milione di occupati, contro i 13,4 italiani.

 

 

SETTORE E GIORNO PIÙ PERICOLOSI

 

Alla fine di giugno 2025 il settore più colpito è quello delle Costruzioni, con 53 decessi in occasione di lavoro, seguito da Attività Manifatturiere (50), Trasporti e Magazzinaggio (47) e Commercio (38).
Il lunedì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sei mesi dell’anno (22,7%). Seguito dal venerdì (19,3%) e dal martedì (17,1%).

 

 

LA SICUREZZA NON È UN COSTO, NÉ TANTOMENO UN LUSSO.

 

La sicurezza è un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni lavoratore. La dolorosa progressione delle morti e degli incidenti sollecita una urgente e rigorosa ricognizione sulle condizioni di sicurezza nelle quali si trovano a operare lavoratori.
Morire in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure e i mancati interventi normativi da tempo richiesti da Civicrazia.

Un’emergenza in corso, un massacro continuo, un non capire che la vita è sempre la priorità!

Fabio Riccio.

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