Set 29, 2018 | Notizie | 0 commenti

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Malamministrazione a Campobasso: ancora scuole chiuse

“Chiudere una scuola è una cosa molto spiacevole, impopolare, perché a causa dei disagi che crea non incontra l’approvazione di tanta parte della popolazione, ma non si può vivere nell’angoscia che un evento qualsiasi o anche una scossa di terremoto modesta provochi una tragedia”, così si esprime il sindaco di Campobasso, Antonio Battista, commentando la firma dell’ultimo atto di chiusura delle scuole del capoluogo molisano. “Le scuole – aggiunge il consigliere provinciale Beppe D’Elia – sono i luoghi che tutti consideriamo i più sicuri, gli affidiamo i nostri figli e non devono trasformarsi in bombe a tempo che prima o poi causano qualche vittima, come se fosse il prezzo da pagare alle criticità accumulate negli anni”.

Prima 1, poi 3, poi 5 ed infine 20 le scuole chiuse, sulle 35 dell’intero complesso educativo di Campobasso. Di certo, la tragedia del crollo della scuola nel comune di San Giuliano di Puglia del 2002 ed i piccoli terremoti che si sono ripetutamente verificati sul territorio molisano, hanno messo in stato di allarme l’intera comunità sociale ed amministrativa.

Però, dal 2002 sono passati 16 anni e la legge con cui il Consiglio regionale dava mandato alla Giunta di effettuare delle verifiche su tutte le scuole della Regione Molise, perché si sapesse, edificio per edificio, quelle che andavano ristrutturate, quelle che avevano subito dei danni, per le quali bisognava procedere all’abbattimento e alla ricostruzione, è la n. 38 del 30 novembre del 2002. Fu la prima risposta della Regione dopo il terremoto del 31 ottobre 2002.

È interessante, a questo proposito, rileggere alcuni brani del dibattito del Consiglio Regionale molisano sulla sicurezza dei plessi scolastici della Regione, nel 2010. Il consigliere regionale Petraroia così apriva l’assemblea: “Ringrazio i colleghi che hanno voluto aderire ad una richiesta che ci è stata fatta pervenire dal coordinamento del Comitato dei genitori di diverse città e diversi centri del Molise. Come sapete il 25 ottobre, il coordinamento di questi comitati, ha consegnato a tutti i Consiglieri regionali, una nota in cui chiedeva l’attivazione di un tavolo istituzionale che servisse a fare anche chiarezza a distanza di otto anni dal terremoto, per capire le cose che sono state fatte e quelle che restano da fare. E anche per avere la certezza che le nostre scuola siano tutte sicure”. E così continuava: “La richiesta mira non a sviluppare in questa sede un confronto di merito, ma a stabilire il metodo, il percorso, come, cioè, le istituzioni siano in grado di rispondere a questa ansia, a questa ragione di preoccupazione legittima dei genitori, che è stata ulteriormente accentuata dopo l’evento dell’Aquila dello scorso anno”.

Cioè, il Consiglio regionale doveva darsi un metodo per rispondere all’”ansia” dei genitori. Questo dopo “appena” 8 anni dal terremoto.

Ma il Consigliere va oltre: “Nel corso di questi anni ci sono state una serie di accavallamenti e di responsabilità. I Comitati dei genitori che sono sorti in vari Comuni hanno avuto oggettivamente dei problemi anche per acquisire informazioni”. E continua imputando i vari disguidi all’accavallamento delle responsabilità tra la gestione straordinaria del Commissario, l’Assessore alla Pubblica Istruzione, l’Assessore ai Lavori Pubblici o chi ha la delega, la responsabilità della Protezione Civile in Molise e delle Amministrazioni provinciali.

Già nel 2010 si parlava di 24 milioni di euro stanziati per gli interventi nelle scuole medie e superiori solo per la Provincia di Campobasso. Oggi si parla di ulteriori 20 milioni di euro, sempre per la messa in sicurezza per il post-terremoto e si è già speso un altro milione di euro per l’adeguamento alle norme antincendio (ma ancora oggi queste norme non sono rispettate).

Il Consigliere regionale prosegue la sua introduzione al dibattito: “Ho fatto un esame, Comune per Comune, facendo la differenza tra i soldi e i lavori che già sono stati conclusi e che erano finanziati con le risorse del terremoto o con le risorse ordinarie. Restano da fare i lavori avviati ma non ancora completati. Questo primo schema di lavoro, a distanza da 8 anni dall’approvazione della legge n. 38 del 30 novembre del 2002. La problematicità che si è venuta a determinare nel corso degli anni, è che nonostante la chiarezza della normativa, c’è una dispersione di competenze, tanti uffici che si intrecciano l’uno con l’altro”.

Ed ecco l’apoteosi della burocratizzazione italiana: “Per ognuno di questi edifici dovremmo avere la certezza che ci sono tutti i certificati che stabiliscono l’agibilità, che sono a norma, oppure che c’è un intervento da fare e, se bisogna fare degli interventi di messa in sicurezza, quanto tempo occorre, quante risorse necessitano, da dove devono arrivare queste risorse, attraverso, quindi, una pianificazione che deve essere effettuata e che deve vedere una cooperazione e una collaborazione tra tutti i soggetti che hanno delle responsabilità: i vari funzionari e dipendenti degli Assessorati che devono mettere in evidenza i rischi e devono agevolare la ricognizione, altrimenti diventa complicato anche semplicemente acquisire notizie ed informazioni”. E tutto questo da decidere a 8 anni dalla delibera legislativa. “Ovviamente quello che compete alle Amministrazioni locali, quindi alle Province per le scuole superiori e ai Comuni, è vedere come intervenire, in che termini e in che modo, tentando di stabilire un percorso. I Comitati dei genitori non chiedono un qualcosa che entri con immediatezza nel merito, ma intendendo offrire un contributo di cittadinanza attiva e responsabile, caricandosi anche di un impegno proprio in termini propositivi, vogliono almeno essere messi nella condizione di poter esplicare al meglio questa funzione”.

No. I cittadini vogliono che i propri figli siano al sicuro e dopo 16 anni si è arrivati alla chiusura della quasi totalità delle scuole. Cosa si è fatto negli anni precedenti e dove sono finiti tutti i milioni spesi per non si sa bene quali verifiche effettuate? E tutti questi investimenti pubblici solo per le verifiche? Ed ora chi ricostruisce?

Giudicate voi.

Ma il Molise non ha un Difensore Civico regionale?

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