Da Tecnologo edile, negli ultimi anni mi ha particolarmente interessato l’interazione tra cittadino, la “ragnatela globale” del web e l’ambiente costruito, quello che in un tenero ideale di socialità chiamo, “il nostro comune patrimonio architettonico”. Si tratta di uno dei tanti nuovi fenomeni collettivi della nostra era, che abbraccia tutti i ceti sociali e tende all’ambita “conoscenza della verità tecnica”, cioè a quelle informazioni che i “cattivoni” edili hanno sempre tenuto nascoste per loro, senza nulla far capire al comune cittadino. Ma ora finalmente attraverso quelle cosi comode e gratuite notizie, tutti possono raggiungere la conoscenza e la competenza, grazie a quelle disponibili nozioni che si immaginano siano la giustezza tecnologica è l’assoluta autentica realtà delle “cose edili”. Insomma il cittadino si può finalmente liberare dal “giogo” e dalla sottomissione intellettuale del tecnico edile e fare da solo, capire da solo, agire da solo, grazie a quelle informazioni cosi spontaneamente offerte dalla rete. Purtroppo per noi, tutti i contenuti multimediali non sono così semplici e puri, ragionando si potrà facilmente comprendere che tutte le informazioni reperibili su google e affini, non sono direttamente “leggibili” e veritiere. Il web è un raffinato format di presentazione che contiene molteplici finalità analitiche, sensoriali, cognitive e a volte speculative e legate a chi lo finanzia, in grado di indirizzare le conoscenze. Nel campo edile, queste andrebbero filtrate dagli inevitabili opportunistici messaggi di marketing intrinsecamente contenuti, compito complesso e difficile, attuabile (purtroppo) solo da un esperto edile e non dal cittadino usufruttore. Quindi che lo si voglia o no, si è costretti a tornare al punto di partenza ed alla competenza specifica, poiché la fuorviante legge del marketing di mercato edile, continua inflessibile a guidare le opinioni sul web, con forme ed azioni diverse da quelle impiegate dai media tradizionali, come tv e giornali, ma in grado di dirvi ciò che vogliono e non ciò che è utile. Interviste video, relazioni, studi, ricerche sono ormai tanti i nuovi dati rinvenibili online, tutti con quell’affascinante “plus” di assoluta attendibilità, ma che in realtà sono esclusivamente indirizzati a rimpinguare profitti e fatturati aziendali. Ma finché sia la signora Maria casalinga, un medico o un commercialista a credere a queste presunte “verità tecnologiche” è comprensibile, il problema, a mio avviso, sorge clamorosamente laddove siano gli addetti ai lavori (edili) ad iniziare a credere a quelle favole, fino a considerarle come strumento di base su cui costruire capitolati e soluzioni. Sono infatti sempre di più i tecnici edili, che si “informano” ed “aggiornano” online, presso questo o quel sito commerciale, leggendo (e credendo) a questa o quella scheda tecnica in totale spregio delle verità accademiche, storiche, fisiche o soltanto pratiche applicative. Questa condotta, che potrebbe rivelarsi in forma sempre più esplicita, è un evidente sintomo di malessere nella formazione del professionista edile, come dimostra la sciagurata, a mio avviso, imposizione Nazionale dei crediti formativi obbligatori. Per quanto possibile ed utile, nei prossimi (numerati) articoli settimanali cercherò, personalmente e con l’aiuto di colleghi Tecnologi, di individuare e sottolineare, con finalità costruttive per il lettore Civicratico, alcune distorsioni che vengono commesse nei confronti di quello che è il più comune e conosciuto tra gli istituti privati e cioè; IL CONDOMINIO.
Arch. Stefano Lancellotti
Tecnologo Edile
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