Le contraddizioni di Scampia
Parte da Scampia l’iniziativa di una marcia antirazzista. Un lunga marcia per tutte le strade del quartiere per manifestare contro ogni forma di razzismo e di xenofobia. L’occasione è data dalla decisione del sindaco Luigi De Magistris di trasferire la comunità dei Rom presso la caserma Boscariello in attesa che venga individuata una sede definitiva per quella comunità, all’indomani del grande rogo dello scorso 27 agosto. Cittadini, autorità politiche, associazioni, posizionate su opposti fronti, chi a sostegno e chi contro la decisione del primo cittadino. Ad insorgere è la stessa Scampia che è stata interessata dall’operazione Alto Impatto, il maxi blitz che ha portato ad arresti plurimi, al sequestro di armi, munizioni, droghe, marchi contraffatti, ad elevare multe, ad effettuare insomma un capillare controllo su tutto il territorio. Uno scenario che riapre vecchie ferite, che fa emergere le problematiche di un quartiere che soffre per l’incuria, per il malaffare, per la devastante delinquenza, per la mancanza di efficaci politiche di integrazione e, generalmente, ambientali. E’ su questo terreno che si innestano i germi della criminalità, di quella che non si estirpa ma che si dilata, che non lascia vedere forze buone e una possibilità di riscatto per chi merita un presente diverso, di una svolta per nuove generazioni che dovrebbero avere esempi diversi da quelli che sono abituati a vedere e purtroppo a vivere. C’è conflitto quando si vive come assediati, quando l’intero contesto non dà garanzie di civiltà e viene compromessa ogni possibilità di riqualificazione. Quando è il bene della salute ad essere rovinosamente compromesso.
Con una marcia Scampia chiede che non si alimenti l’odio della discordia. Inneggia alla tolleranza, alla solidarietà, alla pace, ha il coraggio di alzare la voce contro le discriminazioni, facendo leva su una coscienza civica che non si lasci addomesticare. Questa è la Scampia civicratica.
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