Ott 20, 2018 | Notizie | 0 commenti

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LA SCOMPARSA DEI BAMBINI: PERCHÉ RIMANE UN MISTERO IRRISOLTO?

In Italia, secondo il Telefono Azzurro, scompare un minore ogni 48 ore e su 5 che svaniscono nell’ombra, 4 non si trovano più. Nel mondo, sono 8 milioni i bambini che scompaiono ogni anno, cioè 22.000 bambini al giorno.

Sono cifre enormi, quasi incredibile da credersi. Non sono notizie che compaiono in televisione, né sui giornali, eppure si parla quotidianamente di calcio e di spettacolo.

I bambini scomparsi non fanno notizia.

Perché questa renitenza a trattare uno dei più gravi ed inquietanti problemi che sconvolgono la vita di numerose famiglie in Italia e nel mondo?

Solo pochi giorni fa, è stato ritrovato un container pieno di 123 bambini in un grave stato di denutrizione e di sofferenza psicologica. Ma nessuno ha informato seriamente su di loro in televisione. E su qualche sparuto giornale è apparso solamente un breve trafiletto con la notizia.

Perché si nasconde, si minimizza, si nega?

A cosa sono legati questi rapimenti, queste sparizioni, queste morti (perché molti ritrovamenti purtroppo avvengono solo dopo la morte)?

Gli inquirenti, i politici, i giornalisti, gli educatori, le stesse famiglie, rimangono in silenzio. Ma tutti sanno, tutti lo pensano e forse qualcuno ha timore di parlare, qualcun altro ha il terrore di esporsi, altri non osano crederlo possibile. La massa di persone semplicemente non se ne cura, almeno fin quando il fatto non tocca la singola famiglia.

Quali sono dunque le possibili cause di queste sparizioni?

L’ultimo rapporto Europol parla di probabile sfruttamento, anche sessuale. E da tempo si parla di pedofilia, ma si restringe spesso colpevolmente il campo alla sola sfera sessuale dei sacerdoti cattolici, come se si trattasse di un fenomeno circoscritto e come se si volesse portare un velato attacco alla Chiesa Cattolica da parte dei media e di una larga parte del pensiero neoliberista e globalista attuale.

Nessuno invece parla, o per lo meno ne parla pubblicamente, del traffico di organi. Forse, va troppo oltre il pensiero morale corrente: con i suoi orrendi sacrifici umani è il logico e inevitabile sviluppo di una società di dominio, in cui importante è la vita dei dominatori, mentre quella degli oppressi diventa banale tipologia mercatoria: schiavi, prede, pezzi di ricambio. Un mafioso di altri tempi direbbe che la mafia non tocca i bambini; la generazione dei nostri nonni diceva che il valore di una società si poteva giudicare da come si prendeva cura dei bambini e dei vecchi.

Ecco invece come oggi la società si prende cura dei bambini!

Si bada alla loro igiene, alla loro salute, alla loro educazione, ma solo perché qualcuno ha fatto accordi con le grandi multinazionali farmaceutiche ed alimentari.

Progresso, informazione, connettività, condivisione, eppure, attorno alla pedofilia generalizzata e al traffico di organi si stende un “pietoso” velo, una oscura caligine di reale inconsapevolezza, che solo di tanto in tanto viene bucata da un fugace lampo di luce.

Perché? Ancora torna questo interrogativo che diventa ogni volta più pesante, almeno per coloro che leggendo hanno cominciato a comprendere la pesantezza del triste, quanto odioso, tema.

La società, oggi, è un grande mercato globale e nel mercato globale non esistono più emozioni, morali, affetti, tutto ruota attorno ai grandi potentati economici, anche i politici (come trottole) piroettano attorno alle lobby e lo stesso sembrano fare la magistratura e gli inquirenti che sugli episodi in questione si limitano a insabbiare la gran parte delle indagini.

I criminali dichiarati, si “limitano” al sequestro delle vittime e al loro “smaltimento”, mentre sono le “persone per bene” (molto spesso incensurate) che si offrono di operare (chirurgicamente), di trovare i contatti, di curare le transazioni, di gestire le operazioni.

Ma tutto ciò non può sussistere senza una complicità nelle istituzioni e una inconsapevole accondiscendenza della società civile.

Bisogna ritrovare al più presto le motivazioni per una sana e cosciente crescita umana, prima che gli ultimi baluardi di umanità cadano sotto la credenza che fa degli uomini un mero conglomerato di pezzi di ricambio ad uso esclusivo di ricchi avventori a cui tutto è dovuto.

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