Tempo di lettura: 8 minuti

LA MERITOCRAZIA A TUTELA DEI GIOVANI E DELLE MENTI BRILLANTI

Il grande entusiasmo che si può riscontrare in un bambino che scopre finalmente la scuola, impara a leggere e fare di conto va purtroppo scemando con l’avanzare del livello scolastico.
La maggior parte dei nostri ragazzi arriva alle porte del Liceo con molti dubbi. Tutto questo sconforto nasce dalla mancanza di prospettive che non dipendono spesso dalla mancanza di sogni e voglia di realizzarsi. Piuttosto i ragazzi di oggi sono scoraggiati dal mondo del pubblico e privato impiego, costellato di corsie di precedenza per chi conosce o è “figlio di qualcuno”.
Un sistema meritocratico gioverebbe all’economia, alla politica e a qualunque settore del nostro Paese, ma soprattutto farebbe brillare di nuovo gli occhi dei nostri ragazzi che hanno molto da dare e vanno invogliati e premiati per la loro intelligenza e il loro impegno. Sarebbe questa la vera rinascita e questo è l’impegno civicratico. Si darebbe così modo a loro di creare il futuro che meritano: una vita di soddisfazioni derivate dall’impegno e la crescente voglia di fare di più. Un intervento di questo tipo non aumenterebbe solo il benessere economico degli italiani e dell’Italia ma alzerebbe notevolmente il livello di benessere psicologico.
Questo aspetto è da tenere in considerazione se si pensa quanto possa avere effetto la gratificazione sull’impegno, che è infatti direttamente proporzionale ad esso. Impostando un sistema basato sulla meritocrazia e mostrando ai giovani che i bravi professionisti vanno avanti, daremo loro la voglia di ricominciare a sognare e di credere nei loro sogni. Una prospettiva lavorativa gratificante invoglia a intraprendere una carriera universitaria, che richiederà grandi energie e forza di volontà ma sarà pregna dell’entusiasmo verso la realizzazione personale. Dovrebbero infatti essere l’impegno e la formazione il vero paradigma per una realizzazione professionale.
Ottima iniziativa sarebbe dare maggior credito alla valutazione dei curricula dei candidati per ogni tipo di assunzione e creare una vetrina dalla quale i giovani possano affacciarsi al mondo del lavoro. Impostare una realtà meritocratica i cui effetti siano visibili grazie ad una trasparente valutazione delle capacità professionali avrebbe un esito molto positivo sui giovani. Questi avrebbero modo di ricreare una considerazione positiva degli studi universitari e rivalutare la possibilità di dare ascolto alle proprie attitudini. E’ reale che assecondare le predisposizioni di ogni individuo crea una forza lavoro incredibilmente motivata ed efficace. Necessario per riguadagnare la fiducia dei giovani è dare dimostrazione di un concreto cambio di impostazione nelle pratiche valutative, accertando davvero la competenza per un ruolo.
Questa virata di bordo, accompagnata da una attenta valutazione dei curricula, dovrebbe essere prescritta anche nei procedimenti di valutazione per l’impiego privato. I giovani vogliono giustamente la prova che valga davvero la pena studiare e impegnarsi per diventare dei professionisti. Ciò è realmente fattibile. Scavalcando una mentalità legata a raccomandazioni e vie preferenziali, è richiesta una seria manovra di rinnovo del sistema di assunzioni e rivalutazione delle qualità professionali di ogni impiegato e libero professionista. Ne godrebbe tutto il Paese e tutti i settori che fanno camminare l’Italia. Soprattutto ne trarrebbero vantaggio i nostri giovani che vedrebbero riaprirsi possibilità di realizzazione e concretizzazione di un gran futuro professionale sostenuto dall’impegno e dallo studio.
Il Difensore Civico campano  affronta nella Relazione 2018 il tema della meritocrazia nelle scuole da molteplici aspetti tutti volti alla tutela dei ragazzi. Dalle comunicazioni relative alle pagelle in un contesto sicuro al limite di peso degli zaini, non manca l’incitamento ai docenti ad essere per primi esempio di un sistema meritocratico. E’ infatti da loro che inizia il rapporto dei giovani con un ambiente “lavorativo”. Fondamentale è che sia mostrato fin dall’inizio della carriera scolastica superiore il principio meritocratico. Quale esempio migliore della rivalutazione del corpo docenti? Molto spesso il sitema scolastico tarpa le ali ai maestri e professori imponendo modalità e tecniche di insegnamento. Il docente appassionato della sua materia è spesso limitato nello svolgere il suo compito. La frustrazione e la monotonia non sono di aiuto e comportano spesso un calo di qualità delle prestazioni. Il sistema scolastico dovrebbe promuovere le iniziative creative e positive dei docenti che, seguendo un programma di studi concordato, avrebbero maggiore libertà.
Ma cosa c’entra l’insegnamento con la meritocrazia? Vien da se che un docente che insegna con soddisfazione e passione trasmetta una nuova energia agli studenti. Essi si rendono conto quindi che l’insegnante ama davvero il suo lavoro e che la sua dedizione e preparazione sono premiate dal sistema scolastico. Ecco, questo è il primo esempio di meritocrazia che i giovani incontrerebbero. Il tipo di soddisfazione che un giovane può avere da un sistema meritocratico ha delle conseguenze che non sono limitate ai risultati professionali. Gli effetti psicologici e comportamentali sono da tenere in seria considerazione. Nel campo dell’istruzione il cambiamento verso un sistema meritocratico aumenterebbe il livello di soddisfazione dei giovani e li spronerebbe a dare il proprio meglio. L’interesse verso la scuola aumenterebbe e molti giovani sarebbero tolti dalla strada.
Il calo progressivo del livello culturale che rischiamo di osservare nei ragazzi si lega verosimilmente a un aumento della criminalità giovanile. L’incremento dei crimini legati al mondo dei giovani si relaziona purtroppo all’abbandono della scuola e alla rinuncia all’istruzione. Iniziando così dalla scuola il sistema è rivoluzionato e si impronta nel giovane un nuovo modo di ragionare. Lo si abitua all’impegno che porta soddisfazione e alla sana competizione. Proprio a questo fine va sottolineato che la meritocrazia deve assolutamente essere accompagnata da sana competizione e va premiato l’impegno verso la collaborazione. Va insegnato il lavoro di squadra dove ogni membro del gruppo ha un compito specifico e tutti sono legati gli uni agli altri. I principi civicratici sono fondamentali in questa prospettiva: un lavoro di squadra in cui la sinergia tra colleghi sia premiata. Il punto critico da far comprendere per evitare di creare “macchine competitive” è che non sia necessario schiacciare gli altri per arrivare primi.
Dare il proprio meglio deve assicurare una soddisfazione e va condito con un forte interesse verso il lavoro di squadra ovvero la necessità di molteplici professionalità che insieme collaborano verso un fine comune. Iniziando a dare l’abitudine ai giovani a ragionare in questo modo fin dalla scuola rende più facile il mantenimento di un ordine mentale collaborativo anche da adulti. L’approccio meritocratico da parte della scuola deve ovviamente tener conto dei ragazzi con problematiche di apprendimento e/o con blocchi legati alla cattiva gestione dello stress da prestazione. Oltre al sostegno dei docenti è fondamentale che i ragazzi stessi imparino a sostenere e supportare i propri colleghi aventi tali difficoltà. Ciò comporta una crescita reciproca nell’instaurare rapporti collaborativi, lo sviluppo di qualità di team manager e non di meno il sostegno psicologico verso ragazzi con difficoltà. E’ vero infatti che molto spesso è più efficace per questi ragazzi il vedersi accettati, considerati utili e apprezzati dai propri coetanei rispetto alla presenza di un insegnate di sostegno. Il ragazzo così può facilmente sbloccarsi trovandosi spalleggiato dai suoi compagni di gruppo. Ciò porta grandi benefici in ambito psicologico e di rendimento permettendo al ragazzo di sentirsi parte di una sinergia e infondendo sicurezza in se stesso.
L’approccio civicratico non lascia nessuno indietro. I giovani hanno molto da dare, nessuno escluso. E’ giusto fare di tutto per consentire ai giovani di essere in grado di crearsi un futuro eccezionale dove essi siano liberi di dare il meglio di se ed essere premiati per questo.
Particolare attenzione viene data dal Difensore Civico campano nella relazione 2018 al sostegno dei ragazzi disabili nelle scuole. La garanzia della loro possibilità di accesso e di assistenza è un punto che sensibilmente si palesa fra gli interventi dell’azione civicratica. Oltre a garantire strutture adatte a questi ragazzi, si ragiona su un loro coinvolgimento più attivo nelle attività scolastiche anche a beneficio dei loro compagni di classe. E’ infatti utile che i giovani si abituino a convivere, rispettare e tutelare chiunque sia loro accanto.
Ragionando secondo una prospettiva che li vede già adulti e professionisti, si può affermare che un leader è tale quando è capace di gestire e incoraggiare ogni tipo di individualità. Una maggiore conoscenza e un maggiore coinvolgimento dei ragazzi disabili nelle attività di gruppo permetterebbe non solo un grande stimolo per loro ma anche degli effetti molto positivi sugli studenti. Imprescindibile per delle azioni ben coordinate è creare un gruppo unito e affiatato e ciò fa si che, nella prospettiva dei giovani, i ragazzi disabili vengano considerati maggiormente come parte integrante del gruppo. Questo affiatamento può avere delle ottime conseguenze a beneficio della vita scolastica come ad esempio un calo di eventi di bullismo.
Troviamo spesso nelle scuole esiti spiacevoli di azioni di questo tipo che portano inevitabilmente a chiusura e ulteriori danni alla psiche e alla sfera emotiva dei ragazzi, disabili e non. Creare un sistema che favorisca il sano impegno, sana competizione e cooperazione con adeguate gratificazioni rende meno frustrante l’ambiente scolastico e mitiga la “rabbia” repressa dei giovani. Questi infatti sarebbero occupati a darsi da fare o addirittura a cercare collaboratori stimolanti per i loro gruppi per raggiungere degli obiettivi. Per creare delle solide basi per la formazione di una generazione spinta ad una sana professionalità è necessario imparare il lavoro di squadra guidato dal rispetto reciproco. E’ questo che meritano i nostri giovani. L’Italia è un Paese noto per le sue menti brillanti spesso esportate oltre i confini italiani. Se davvero puntiamo a una rinascita  del nostro Paese dobbiamo inevitabilmente puntare sui giovani.
Ogni componente della loro sfera sociale ha un suo compito ben preciso, dalle famiglie per l’educazione alla scuola per la formazione. Rimodellare il sistema scolastico e quello lavorativo secondo un principio meritocratico stimolerebbe la curiosità dei giovani che si affaccerebbero con maggiore fiducia al mondo adulto, assecondando i loro sogni. Siamo in dovere di garantire ai giovani la possibilità di realizzarsi. Facciamo in modo che la scelta sia solo dettata dalla loro volontà e non un semplice esito di frustrazione e disillusione.
Un approccio civicratico basato sulla meritocrazia e sulla trasparenza può davvero andare a beneficio di tutti. Nessuno può negare che il futuro sia in mano ai giovani. Possiamo creare le basi per permettere loro di costruire su fondamenta solide. In questo modo daremo la possibilità di dimostrare il loro valore e impegno. Dimostrare loro che tutti siamo in grado di collaborare per realizzare un mondo migliore farebbe bene a loro e farebbe bene a noi. Cureremmo l’Italia e ci proietteremmo verso un grande futuro dove ogni difficoltà sarà superata dall’impegno e dalla cooperazione.

Articoli Relativi

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *