Dic 20, 2017 | Notizie | 0 commenti

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LA LIBERTÀ E LA DENUNCIA CONTRO LA SCHIAVITÙ

Un italiano e sei nigeriani sono stati fermati dai carabinieri tra Lamezia terme, Rosarno e Livorno per dare esecuzione ad un provvedimento della Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Catanzaro. I sette uomini, se di uomini si può parlare, sono indagati per associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, acquisto e alienazione di schiavi, immigrazione clandestina, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione con l’aggravante della transnazionalità.

Alle soglie del 2018, con battaglie e documenti di rilevanza mondiale sui diritti umani alle spalle, ancora si parla di schiavitù, che resta uno dei tanti mali non debellati. E non solo nelle azioni criminose, ma anche nel pensiero e nella cultura. Ancora si parla di sfruttamento di esseri umani, considerati, evidentemente, meno che zero e magari quelli che si arricchiscono in questo modo nefando conservano con cura nelle loro ville vittoriane teche con rettili e gabbie con felini. Per le donne ancora l’incubo della strada, del ricatto, della vendita del proprio corpo. Un sogno di libertà che si infrange, complici gli stessi connazionali; complici quelli che mascherano una visione multietnica del mondo, nascondendo l’intendimento criminoso dello sfruttamento. Di fronte a questo scempio, a tanta disumanità, ci si chiede come sia possibile riproporre e alimentare la discussione dell’opportunità di riaprire le “case chiuse”, perché “quello”, in fondo, è il mestiere più antico del mondo.

La schiavitù, la prostituzione sono mali contro i quali combattere e gli individui vanno educati, sin da piccoli, al rispetto di sé e degli altri per costruire la pacifica convivenza e dare compiutezza alla democrazia. Civicratica è la donna che ha denunciato e che ha consentito la cattura di quei criminali. Che sia civicratica ora anche la giustizia.

 

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