La crescita da eliminare
Il PIL cresce e la poverà aumenta. Quando in un paese che si dice civile la povertà aumenta significa proprio che questo tipo di civiltà ha al suo interno qualcosa che non funziona.
Ma quando ad aumentare in modo drammatico è il numero di bambini a rischio povertà, che in Italia a raggiunto quasi il 30% (Fonte UNICEF) viene da pensare che sia tutto che non funziona e non soltanto qualcosa.
Se è vero come è vero che, come sempre sostengono i politici, “Nei giovani è racchiuso il nostro futuro!” e questi sono i risultati, questa è un’ulteriore evidente dimostrazione che il nostro futuro, che il futuro della nostra nazione, per i nostri politici questa è una delle ultime preoccupazioni.
Il 30% dei bambini a rischio povertà significa che 1 bambino su 3 non avrà le risorse che gli permettano di compiere un ciclo completo di studi, significa che 1 bambino su 3 dovrà faticare più degli altri per inserirsi in modo costruttivo nel mondo del lavoro; significa che 1 bambino su 3 avrà la strada spianata per diventare manovalanza della criminalità più o meno organizzata.
Sappiamo bene che tutto il “lavoro” della criminalità, in un modo o nell’altro, aiuta di sicuro a far crescere il PIL (servizi di polizia privata, antifurti, assicurazioni, servizi sanitari, ecc) ma se questa e la modalità per far crescere la ricchezza di una nazione crediamo che sia giunto il tempo di cambiare decisamente rotta.
Anche perché quello a cui meno si pensa, è che tra questi bambini potrebbe esserci qualcuno dalle doti straordinarie che potrebbe portare a tutta l’umanità dei doni preziosi che in questo modo saranno, forse, persi per sempre.
0 commenti