Se l’obiettivo per chi cerca un lavoro, è soltanto quello di ottenere una retribuzione, allora anche un umile impiego può soddisfare quell’esigenza. Ma come si può scegliere di fare l’insegnante, e poi quello che si va a fare in un’aula è totalmente il contrario di quello che una tale professione richiede? Peggio ancora se la condotta adottata è addirittura criminosa. Quale impulso può, e non dovrebbe, motivare la violenza contro scolari e studenti? Come ci si può accanire contro bambini inermi? Quale pedagogia sposa una docente del genere? Eppure l’ennesimo caso di cronaca ci porta a Trapani, in una scuola elementare, dove, a seguito di un’indagine condotta dagli agenti della Squadra mobile, è emerso che ben quattro docenti abusavano dei bambini, con insulti, minacce, botte e violenze psicologiche. Tutto questo orrore è venuto fuori perchè una civicratica insegnante si era accorta di qualcosa di strano ed insolito che stava accadendo nella sua scuola e si è rivolta alla polizia, che ha dato credito alla sua preoccupazione, agendo prontamente per appurare la verità. Le forze dell’ordine hanno, infatti, piazzato negli ambienti della scuola cimici e telecamere, grazie alle quali è stata evidenziata la personalità prevaricatrice delle quattro docenti violente coinvolte, che per un anno sono state interdette dall’insegnamento, al fine di evitare che possano proseguire con ulteriori vessazioni e violenze. Si parla tanto di ponte tra scuola e famiglia, di accordo e raccordo tra due agenzie educative. Quale accordo ci può mai essere in un caso come questo? Un bambino ripetutamente violato rischia di venire irrimediabilmente compromesso nella sua integrità psicologica e può diventare un adulto disturbato, potrebbe portare danni a se stesso e alla comunità. Altro che un anno di interdizione. Questi soggetti non sono degni di operare in una scuola, di stare a contatto con personalità da formare. Dispiace constatare che si tratta di donne e magari anche di madri. L’interdizione permanente è la sanzione che meriterebbero.
DIRITTO DI DIFESA E TUTELA DELLE VITTIME DEI REATI “VIOLENTI”
Non è vero che le vittime di reati “ violenti “ hanno sempre diritto al patrocinio a spese dello Stato. COSA PREVEDE LA LEGGE L’art. 76 comma 4 ter del DPR 30 maggio 2002 n. 115 , modificato dalla legge n. 38 del 2009, prevede che le persone offese dei reati...
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