Mar 16, 2011 | Notizie | 0 commenti

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ELEZIONI NAPOLI: L’INTERVISTA A GIUSEPPE FORTUNATO

Avvocato, classe 1958, partenopeo, Giuseppe Fortunato è Garante per la protezione dei dati personali e presidente di Civicrazia, coalizione che riunisce oltre 4mila associazioni, fra cui Lions, Rotary, Telefono Amico, Andci (Associazione nazionale difensori civici italiani), impegnate affinché il potere pubblico sia davvero al servizio del cittadino. Con il progetto “Napoli innanzitutto”, Civicrazia è pronta a scendere in campo nella prossima competizione elettorale partenopea, rappresentando un elemento nuovo della politica napoletana e nazionale. Il bisogno è quello di riportare il cittadino al centro della vita pubblica. Un cittadino non più solo spettatore, ma protagonista consapevole del proprio ruolo nei confronti del potere pubblico.

Avvocato, a Napoli le primarie dovevano essere un momento di scelta democratica, il rischio è che di fatto si siano rivelate un caso di “democrazia bloccata” o un regolamento di conti interno al Pd…

Le Primarie sono un ottimo meccanismo elettivo se ci sono delle regole condivise, ma chiuderle privandole del contributo della società civile, non ha senso. La trasparenza e la certezza delle regole devono essere garantite, mentre a Napoli abbiamo assistito ad un cattivo spettacolo, da non ripetere.

I poteri pubblici devono essere al servizio del cittadino, lo sono?

Non proprio, ma c’è un forte bisogno che lo diventino, soprattutto in termini di trasparenza, efficienza, efficacia e spesso anche in cortesia. A Napoli, in particolare, si è rotto il concetto di pubblico servizio e ciò ha portato al disagio quotidiano nell’affrontare problematiche come la pulizia, i rifiuti, il traffico e la sicurezza.

È veramente possibile un riscatto per la città?

Certo, ma deve partire dal basso. Occorre un salto di paradigma affinché i cittadini si sentano protagonisti della vita pubblica e non solo semplici elettori. Di fatto ci sono due mondi: quello degli entourage di coloro che ricoprono cariche politiche e quello dei cittadini, molte volte ridotti a tifosi. La sovranità appartiene al popolo che deve possedere le caratteristiche proprie del sovrano.

A Napoli regna il caos sui candidati e mancano i programmi, cosa chiede Civicrazia ai partiti?

Con il progetto “Napoli innanzitutto”, Civicrazia chiede un candidato sindaco con inderogabili requisiti di competenza amministrativa, alto profilo nazionale, esperienza di tutela dei diritti dei cittadini e riconosciuta rappresentatività nazionale, così com’è stato approvato nel documento votato all’unanimità dal Consiglio nazionale, il 4 dicembre scorso.

Sarebbe disponibile a candidarsi per la poltrona di sindaco?

Ne sarei onorato. Ognuno ha il dovere, come recita l’articolo 4 della Costituzione, di svolgere, a seconda delle proprie competenze, una funzione che può essere utile al benessere della propria comunità. Una richiesta in tal senso mi mobiliterebbe pienamente e lo farei con tutta la passione e l’impegno necessari per il riscatto della mia città.

Non sarebbe più semplice inserire in lista un rappresentante di Civicrazia?

Quello che occorre a Napoli è un sindaco con gli inderogabili requisiti. I civicratici possono candidarsi nelle liste, ma in realtà le energie migliori si tengono lontane dalla vita pubblica.

Di chi è la colpa?

Del meccanismo selettivo che non privilegia le competenze, ma la fedeltà canina. Un soggetto capace e meritevole deve necessariamente passare da un personaggio che magari, un giorno, può decidere di collocarlo in una lista bloccata.

Dunque la politica resta casta?

È un sistema sicuramente chiuso, dove la logica è sempre più autoreferenziale. Ecco perché è necessario cominciare ad interrogarsi sul salto di paradigma proposto da Civicrazia. Il potere pubblico deve essere al servizio del cittadino e non viceversa, a cominciare dal ritorno al voto di preferenza. Napoli mi ha arricchito, è un moltiplicatore, il massimo del male e allo stesso tempo del bene. È la pienezza della vita e lo dimostrano il suo esempio di bellezza, gioia e passione riconosciuto in tutto il mondo. Napoli è musica e in tal senso penserei ad una biennale fondata anche sui valori del teatro e della cultura. Mi sento orgogliosamente napoletano prima che italiano ed europeo.

Lei è anche membro del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali, dove finisce il confine tra l’essere un uomo pubblico e un uomo privato?

Chi ricopre ruoli pubblici assume particolari privilegi e doveri. Dire che non c’è privacy per i personaggi pubblici è sbagliato, perché nessuno può pensare di essere sottratto al valore fondamentale della riservatezza. Ma è evidente che se un uomo pubblico si bacia a Villa Borghese è legittimo che possa essere fotografato e che le sue foto vengano pubblicate nei giornali.

Entra in gioco il diritto di cronaca?

Sì, sostanzialmente ciò fa parte del diritto delle persone a sapere che genere di vita svolge chi ricopre una funzione pubblica, dato che vi è un interesse apprezzabile da parte della collettività.

Lei è anche autore de “La Svolta, dal desiderio alla realtà”, ma non c’è il rischio che la svolta per Napoli diventi utopia?

Nella situazione attuale bisogna superare le resistenze interne di tanti che dicono che la situazione non cambierà mai. Lo schema della Svolta prevede, infatti, quattro quadrati: la situazione attuale, le resistenze interne, quelle esterne e infine il quarto quadrato: la situazione desiderata. È uno schema del cambiamento che è valido per ognuno di noi.

Dopo la svolta?

Si ottiene il cambiamento, dove fra lo stimolo e la reazione c’è sempre la libertà di scegliere.

di Stefano Sabella (Progress Online)

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