La situazione odierna per quanto riguarda le attività e la progettualità economica dell’UE risulta essere a rischio per la profonda inversione di marcia dell’economia mondiale. Profondi cambiamenti politici ed economici stanno portando ad una profonda riflessione sulla nuova idea di UE. Anche colossi economici come la Germania devono fare i conti con una frenata mai registrata in precedenza se non nel periodo prima dell’abbattimento del Muro.
La sempre più crescente insoddisfazione da parte della popolazione della propria classe politica e le restrizioni economiche, figlie di una incosciente e dittatoriale scure tassazionale, che opera sempre e maggiormente su tutti colori che sono fiscalmente verificabili, hanno dato vita al nuovo ceto povero. Ogni famiglia deve fare i conti con una tassazione globale del 60% circa e su uno stipendio mediamente già tassato alla base del 40% si arriva ad un punto di non ritorno per tutti coloro che hanno acceso un mutuo, bollette da pagare, figli all’università, diversamente abili da accudire, insomma una strada attualmente davvero pericolosa.
E già questo articolo è fortemente violato, per anni abbiamo assistito ad una sempre crescente immobilizzazione del rinnovo generazionale nelle P.A. e nel mondo imprenditoriale, utilizzando la scusa della prospettiva di vita migliorata.. MA PER CHI ? Per la solita casta sicuramente, è facile vivere fino a 100 anni nel migliore dei modi se hai un sostegno economico garantito e di gran lunga superiore al povero impiegato/a , pensionato/a. Coloro che fanno lavori materiali hanno visto il “contentino” del riconoscimento dell’aggravante del lavoro pesante. Ma per gli altri ? Sicuramente non è così, anzi il nuovo “povero” è esasperato e impotente, e sicuramente i media non danno voce alle centinaia di persone che mentre prima vivevano dignitosamente ora devono fare la spesa tra i resti dei mercati rionali, recuperare un pasto caldo nei centri caritas, chi non sopporta tale umiliazione poi si uccide, se qualche servizio viene fatto, dopo viene subito modificato e reso “pubblicamente pulito”.
Tutto ciò naturalmente ha avuto un impatto sociale ed economico non indifferente, con aggravi sui costi della sanità (popolazione sempre più anziana) ad esempio.
Con le ultime novità, ad esempio “l‘estensione degli spazi di partecipazione popolare ai cittadini dell’Unione europea e agli stranieri soggiornanti regolarmente”, si rafforza maggiormente l’obiettivo di immettere nuove energie nel riconoscimento delle Macroregioni, attraverso le quali il passaggio dei fondi UE dalle Regioni alle Macroregioni punterebbe ad unire le forze, le competenze, la capacità di realizzazione di quanto progettualmente condivisibile e che punta ad un miglioramento sociale, territoriale ed economico di ogni cittadino. La forza delle Macroregioni deve essere la “Ricerca e lo Sviluppo” sotto ogni sua forma, deve essere volano dell’innovazione continua per il benessere di tutti. Attualmente sopratutto in Italia la P.M.I. continua il suo percorso in solitaria di crescita che però la rende molto debole nei confronti di una globalizzazione economica che porta i potentati economici a sopprimere il più debole.
La “fuga dei cervelli” ne è una dimostrazione.
Reagiamo, sostenendo tutti la nascita della Macroregione Mediterranea, altrimenti non ci sarà un futuro..
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