Feb 22, 2019 | Notizie | 0 commenti

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INTERVISTA A NADIA FARINA, AUTRICE DEL ROMANZO “UNA COMMEDIA IN QUATTRO ANGOLI”

Siamo sommersi da tele, disegni, scatole, cartelle e oggetti sparsi in un ordinato disordine. Siamo qui per la seconda fatica letteraria di Nadia Farina, che dopo una trentennale esperienza in vari campi artistici, pittura, scultura e realizzazioni di monumenti, ha pubblicato il romanzo “Una commedia in quattro angoli” ( MReditori di Giovanna Ragusa) che racconta.. ma lasciamo a Nadia stessa cosa vuole dirci con questo romanzo.

Perchè dovremmo leggerlo?

Perchè è la storia di una donna che trova se stessa attraverso una lunga ricerca…

Detta così non sembra una storia molto originale

Allora prova a farmi delle domande e vediamo se riesco a incuriosirti.

L’idea, la parola, l’immagine di partenza. Come nasce il libro?

Come milioni di persone ho una bacheca su Facebook e un giorno mi venne la felice idea di chiedere ai miei amici una parola dalla quale avrei tratto un racconto. Mi risposero in tantissimi con una parola. Ma una in particolare mi affascinò:  La tazza da te. Scrissi il racconto come promesso e per me era finita lì, quando invece fui subissata da una richiesta di continuare la storia. Ed io la continuai e nacque “Una commedia in quattro angoli”

Come hai scelto il nome della protagonista?

Zaira, il nome della principessa sposa del principe Chiomadoro, è stata una delle eroine della mia infanzia, e decisi quindi che sarebbe stato il nome della mia protagonista. E’ poi un puro caso che il suo significato si intersechi perfettamente con la storia. Ammesso che esista il caso…

Quanto c’è della solitudine di Hopper  nel libro? Ci sono anche, a tratti, atmosfere della “poesia crepuscolare”. Sei d’accordo?

Se parliamo della solitudine di Hopper, sentimento che rifiutava di voler comunicare, non credo di avere punti in comune con lui, ma se per solitudine si intende il desiderio di introspezione alla ricerca della luce dei colori e delle forme, allora, siamo in piena sintonia. Per quanto concerne le atmosfere crepuscolari, ebbene si, come i crepuscolari non amo raccontare vicende epiche o eroiche ma le piccole cose del quotidiano,

La malinconia che parte ha nella storia? E nella tua vita?

La malinconia intesa come tristezza di cui ci si compiace, non mi pare abbia una parte da sottolineare nella storia, in Zaira e men che meno a me. Forse, una silente nostalgia.

A proposito di silente, nel libro la parola silenzio viene citata molte volte. Per te è così importante il silenzio?

Il silenzio può dire più di tante parole. Un giorno mi sono divertita a cercare i mille modi in cui si può esprimere il silenzio. Non mi sono bastati due fogli. Con il silenzio si può raccontare la vita intera.

I fiori sembrano essere il filo conduttore. In realtà sono un linguaggio da decodificare. In che modo?

I fiori ci accompagnano nella gioia e nel dolore, hanno un loro linguaggio che nasce dalla forma, dal colore, dalla stagionalità, ed attraverso la loro fragile bellezza entrano nella nostra vita diventando spesso la chiave di un ricordo. E’ quello che succede a Zaira nel romanzo.

C’è spesso il sentore dell’esistenza di una dimensione parallela. ”Quell’ora che come il presente appartiene al passato mentre lo dici e al futuro quando lo pensi”cit.p.15  Oppure:”La vita vissuta un attimo prima di…”cit.p.90. Nadia vive in questa dimensione altra? E’ come se fosse “fra color che son sospesi”? Qual è il tuo rapporto con lo spazio/tempo?

Un meraviglioso rapporto spazio/temporale. Vivo coscientemente tra una razionale irrazionalità che regala al mio quotidiano una grande gioia di vivere e di fare.

Quanto ha influito la conoscenza della storia dell’arte (Hopper,Van Gogh)? Ad es.Il “Caffè di notte”.La scena è stata la trascrizione consapevole dell’opera di Van Gogh  o l’hai riconosciuta dopo averla descritta?

Amo indistintamente Hopper nel suo fermo istantaneo e il vorticoso movimento di Van Gogh e la scena che racconto nel libro è una sintesi dei due quadri che amo di più. Per l’appunto “Il caffè di notte “  di Van Gogh e la “Tavola calda” di Hopper. Due forti sensazioni che si uniscono e si sovrappongono per significare le decisioni che poi Zaira prenderà

Qual è il significato metaforico del trasloco?

Il trasloco non è per me solo il cambiamento, ma la possibilità che ci viene data dopo avere aperto gli scatoli,  di trovare, sì ho detto trovare, le nostre cose in un ambiente nuovo e sconosciuto e dare a queste cose un altro significato ed una nuova vita. E’ quindi, la metafora del ritrovare, del ripercorrere.

Cos’è il senso dello straordinario? Cit.p.36

E’ il sentire che qualcosa accadrà. Una sensazione che se vissuta serenamente dona un senso dell’attesa di qualcosa di unico.

Guardare il mondo con ”la testa fra le sbarre di una ringhiera”cit.p.46. Potrebbe essere una frase paradigmatica. Quand’è che hai la sensazione di guardare il mondo da quella scomoda posizione?

Ogni volta che assisto a qualcosa che evoca la mia impotenza nel cambiare le cose. Quando vedo e con attenzione osservo in totale apparente libertà.

Il caso e la casualità che parte hanno nel romanzo?

Direi che dopo Zaira e i fiori, sono i veri protagonisti del romanzo.

I simboli alchemici possono avere un significato metaforico? Ad esempio, trasformare le cose semplici della vita in cose di valore?

Amo l’alchimia come fonte di insegnamento, una maestra di vita, non la ricerca della pietra filosofale mi attira nel suo studio, quanto la ricerca del tesoro insito in ciascuno di noi. E come tale, sì, l’amore per le piccole cose che diventano preziose se accompagnate dalle emozioni.

E’ possibile che Umberto non capisca quel mondo segreto forse proprio perché non esiste se non dentro di lei?

Qui devo citare Gozzano che riteneva se stesso, spettatore della propria verità, dove con tutta la buona volontà di chi ama, il mondo interiore è solo di chi lo vive, ed Umberto pur amando Zaira, non puà anche volendo, penetrare in quel mondo.

Un fiammifero non ti scalderà, due fiammiferi ti faranno compagnia, tre fiammiferi ti faranno luce”,cit.p.184.Quali sono i tre fiammiferi di Nadia Farina?

Un fiammifero solo è la fiamma che brucia ardente in un attimo e poi si spegne velocemente, due fiammiferi sono la tenacia e la passione .Tre fiammiferi sono una passione tenace la perseveranza la fede in cui si nasconde la verità che aiuta a trovare se stessi.

Un’ultima domanda. Si parla del Campiello proposito della tua “Commedia in quattro angoli”

Vista le bella storia narrata”, parole di Giovanna Ragusa della Mreditori, che crede che il mio libro meriti la partecipazione, la casa editrice ha deciso di mandare il mio testo al premio Campiello per partecipare al concorso annuale.

foto Nadia

Intervista realizzata da Antonella Pignataro
16 febbraio 2019

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