Da pochissimi giorni è on line la relazione del Ministero dell’Interno sull’attività delle Commissioni per la gestione straordinaria degli enti sciolti per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso, relativa all’anno 2017. Il documento, corredato da analisi e dati, fotografa l’attività delle Commissioni incaricate della gestione straordinaria.
Nel corso dell’anno 2017 sono stati sciolti complessivamente 21 consigli comunali: Calabria 12, Puglia 2, Sicilia 2, Campania 4, Liguria 1. Mentre hanno operato 38 commissioni straordinarie, che hanno amministrato 1 azienda ospedaliera in Campania, 1 municipio nel Lazio, 18 comuni in Calabria, 7 in Campania, 1 comune in Emilia Romagna, 1 in Liguria, 3 comuni in Puglia e 6 in Sicilia.
Gli enti sciolti per condizionamenti e infiltrazioni della criminalità organizzata spesso, oltre a presentare situazioni di diffuso disordine amministrativo – che li hanno resi permeabili ad ingerenze esterne ed asserviti alle pressioni inquinanti delle organizzazioni criminali operanti sul territorio – versavano, altresì, in precarie condizioni finanziarie, le quali hanno acuito ancor di più i rischi di vulnerabilità rispetto ai tentativi di infiltrazione mafiosa.
La relazione, dopo aver sistematicamente analizzato la giurisprudenza di merito prodotta nell’anno, ha descritto il lavoro delle commissioni nelle loro gestioni straordinarie: la maggior parte ha adottato disposizioni regolamentari volte a colmare lacune, a porre rimedio a criticità esistenti nei settori fondamentali dell’amministrazione, a modificare i regolamenti così da renderli conformi alle vigenti disposizioni di legge. Inoltre, hanno provveduto alla approvazione o alla modifica di nuovi regolamenti in materia di personale. Nei comuni sciolti, accanto al disordine amministrativo si è registrato, spesso, anche una cattiva gestione del servizio di riscossione tributi, con tutte le conseguenze in termini di difficoltà finanziaria. Tutte le commissioni hanno verificato lo stato dei servizi, nell’intento di predisporre le consequenziali iniziative per il loro miglioramento; una particolare attenzione è stata posta sull’informatizzazione della gestione amministrativa e sulla materia ambientale.
Un ultimo fatto degno di nota, sono state le reazioni della popolazione alla notizia dello scioglimento degli enti. Esse sono indicative dell’ambiente in cui hanno operato gli amministratori straordinari: è stata percepita con indifferenza da ben il 61% della popolazione, con indignazione dal 38,7%, con rassegnazione dal 29% e come una perdita di tempo dal 19%. In tale contesto, dunque, uno dei principali compiti che le commissioni hanno dovuto affrontare – oltre a quello di riaffermare i principi di legalità dell’azione amministrativa – ha riguardato il recupero del senso di credibilità nello Stato e più in generale nelle istituzioni, anche attraverso iniziative atte a migliorare la comunicazione con la cittadinanza e con le organizzazioni presenti sui territori. La maggior parte di tali iniziative hanno riguardato la “trasparenza” amministrativa, la riorganizzazione dei siti internet istituzionali degli enti e la diffusione di comunicati stampa. Peccato però che nonostante si producano molti sforzi economico-finanziari e si mettano in campo molte risorse umane, risollevando magari la sorte di alcuni piccoli comuni, nei grandi centri e più in generale in tutta Italia, la situazione degli enti amministrativi resta comunque molto critica e non sembra preoccupare minimamente i politici che continuano a fermare l’attenzione sulle situazioni estere atteggiandosi a grandi statisti, mentre le città italiane cadono in mille pezzi.
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