Feb 7, 2018 | Notizie | 0 commenti

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IL RISPETTO DELLA PERSONA COME VALORE INSUPERABILE

“L’odio e la rabbia non possono sopraffare il rispetto delle persone che deve venire prima di tutto”: sono le parole del sindaco di Macerata, Mariano Carancini,  a conclusione del vertice che si è tenuto in Prefettura alla presenza del  ministro Minniti per i fatti gravi di violenza che si sono verificati nella città e riguardanti il ferimento di sei immigrati. Quello che dice il sindaco è senza dubbio ineccepibile e dovrebbe costituire un’altra iscrizione da incidere nelle aule dei tribunali dopo quella che dice: “La legge è uguale per tutti”. E’ una considerazione che fa riflettere e ci spinge a chiederci: “Da quanta sopraffazione siamo circondati? E’ sempre vero che è la persona ad essere tutelata? E’ sempre vero che la legge tutela la persona nelle sue applicazioni? O spesso vengono generate nuove discriminazioni o gerarchie umane e sociali per ossequiare un buonismo che non fa bene a nessuno?”. E si potrebbe continuare non per sostenere un pregiudizio ma per alimentare un pensiero ed una cultura  finalizzati a trovare soluzioni idonee ad una pacifica convivenza nel rispetto reciproco, nell’accettazione reciproca delle proprie diversità, quella di chi arriva e quella di chi accoglie.  L’immigrazione è un fenomeno complesso,  che se non è giusto definire “incontrollato”, è sicuramente, in Italia, mal gestito. Addirittura usato e strumentalizzato in questa nuova campagna elettorale, caratterizzata da invettive e recriminazioni da chi ancora si candida per il governo della Repubblica. Addirittura tollerato per ingrossare le fila di aggregazioni non sempre lecite.

Se non bisogna gridare “Al lupo! Al lupo!”, perchè come dice il sindaco di Macerata, “il sangue di Pamela è lo stesso sangue dei feriti”, è pure vero che non si possono trovare attenuanti, perchè fa gioco a qualcuno, e rischiare di tollerare azioni così efferate, cloroformizzando le masse. Non si nega a nessuna la possibilità di avere una vita migliore, ma chi arriva deve trovare realmente le condizioni di una vita che si possa definire migliore e deve rispettare le regole del paese in cui decide di stabilire la nuova dimora, rispettando la persona nella sua totalità, in termini di dignità, di libertà, di azione, nei suoi elementi costitutivi  fisico-spirituali. Non si può pensare che l’Italia sia  il paese dove si ruba meglio o la si fa franca. Pamela era una ragazza di diciotto anni. E una ragazza di diciotto anni non può finire impunemente, senza vita, e così ridotta, dentro una valigia. Che si rifletta tutti!

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