Set 14, 2012 | Notizie | 0 commenti

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IL NOSTRO BELPAESE CAPOFILA DELLA GREEN ECONOMY BUONA

green economyVi siete mai chiesti dove vanno a finire tutti i pannolini sporchi ‘usa e getta’? Prima vengono gettati nel bidone del secco indifferenziato e, poi, inviati agli inceneritori oppure seppelliti nelle discariche. Si calcola che i pannolini usati rappresentano, infatti, il 3% dei 32 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno in Italia, con conseguenze devastanti sull’ambiente. L’ideale sarebbe utilizzare i pannolini lavabili, lo sappiamo bene, e smettere di produrre i pannolini ‘usa e getta’. Ma, dal momento che una grossa parte della popolazione non riesce proprio a farne a meno, un’azienda italiana ha cercato di trovare una soluzione al problema. E ci è riuscita.

Dove finiscono i pannolini usati dei nostri figli? Dall’indifferenziata di casa finiscono negli inceneritori o seppelliti nelle discariche con conseguenze devastanti sull’ambiente. La soluzione innovativa a questo problema dall’enorme e devastante impatto ambientale nasce a Vedelago (Treviso) ed è destinata a fare scuola a livello globale. In Italia è stato infatti attivato il primo impianto al mondo per il riciclo 100% dei pannolini sporchi, presso il “Centro Riciclo Vedelago”. Impianto di stoccaggio e di selezione dei rifiuti all’avanguardia e conosciuto in tutto il mondo. Tale impianto è destinato a realizzare la prima filiera completa per il recupero totale, al 100%, di pannolini, pannoloni e assorbenti. Si tratta di una tecnologia del tutto inedita e di un investimento da circa 5 milioni di euro, frutto di 3 anni di ricerche e di test sul campo, alle quali ha dato un contributo determinante il Comune di Ponte nelle Alpi, nel Bellunese, dove la raccolta differenziata dei pannolini usa e getta si fa da anni”. Il Comune di Ponte nelle Alpi (Belluno) è stato nominato per ben 3 volte “Comune più riciclone d’Italia”.

Quando l’impianto sarà operativo, a partire da fine 2012, la plastica potrà essere utilizzata in molteplici processi produttivi, ad esempio per realizzare arredi urbani ed altri oggetti in plastica, mentre la componente organico-cellulosica potrà dar vita a cartoni da imballaggio. Altresì il ‘contenuto’ di produzione “umana” “viene sterilizzato e precipita come sale organico, che è riutilizzabile. Un vero esempio di green economy.

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