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Ott 21, 2020 | Notizie | 0 commenti

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IL CITTADINO E IL COVID: PREOCCUPAZIONI E CONTROSENSI

Sono mesi ormai che la pandemia affligge la popolazione mondiale. Nel nostro Paese abbiamo potuto purtroppo osservare gli effetti distruttivi che il Covid ha avuto sui cittadini. Ciò si è manifestato non solo sulla salute, portando con sé uno strascico di tragedie e sofferenze, ma anche innumerevoli danni collaterali.
Sotto i riflettori sono state le terapie intensive di tutta Italia, dove ci venivano mostrate le sofferenze dei malati, delle loro famiglie e la stanchezza dei medici. Questi ultimi, nonostante tutto, hanno dato più del meglio di loro stessi, mettendo in secondo piano non solo la loro stanchezza fisica e mentale, ma anche la loro incolumità e l’incolumità dei propri familiari.
Siamo stati spettatori di sacrifici altissimi da parte di tutto il settore medico, tra dottori, infermieri, anestesisti e personale ospedaliero. Queste persone hanno indossato il loro camice e la loro divisa come un’armatura e sono andati a combattere in prima linea senza risparmiarsi, senza fermarsi e tutto questo per i malati, per assicurare ogni possibile cura medica ai bisognosi.
Alcuni di loro hanno subito delle conseguenze in salute, trovandosi a dover combattere un nemico inizialmente sconosciuto e a volte trovandosi inermi di fronte alla sofferenza e alla tribolazione. Hanno adempiuto al Giuramento di Ippocrate fino allo stremo e oltre.
Immensa è la gratitudine verso questi esseri umani che noi ora chiamiamo eroi.
Mentre dentro gli ospedali i medici e il personale ospedaliero combattevano strenuamente per la vita, fuori si consumava una guerra silenziosa e della quale si udiva il sordo rimbombo per le strade delle città. Il silenzio delle serrande dei negozi che restavano abbassate, il buio vuoto dei mercati e il sibilare del vento che strisciava sull’asfalto delle strade deserte era un suono assordante per coloro che vedevano calare il tramonto sulle loro attività. Mesi di paura sono stati quelli che hanno accolto il caldo sole estivo del 2020. Sono stati i mesi peggiori per i cittadini che non hanno potuto lavorare e garantire la sopravvivenza alle proprie famiglie. La cassa integrazione garantita dallo Stato è arrivata per molti troppo tardi e troppo misera per poter andare avanti.
Siamo comunque sopravvissuti. Siamo riusciti a tornare a popolare le strade e riaprire alcune attività.
Ma ora cosa succede? Si parla di nuove chiusure, forse un nuovo lockdown per Natale. I cittadini vengono incolpati di irresponsabilità e insubordinazione alle regole che vengono dettate di settimana in settimana per cercare di fermare il contagio.
Le norme imposte dai decreti sono sagge e fattibili: indossare le mascherine, mantenere la distanza di sicurezza e igienizzarsi le mani spesso. I cittadini responsabili stanno seguendo queste regole. Purtroppo però ci si trova anche ad osservare situazioni dove ci si trova oggettivamente in difficoltà. Uno dei principali nodi di questa problematica è il settore del trasporto pubblico. I mezzi pubblici nelle ore di punta sono inaccessibili per quanto affollati. È materialmente impossibile mantenere il distanziamento sociale su metro, autobus e treni.
Vi sono esempi come i vagoni strapieni della Cumana e i ritardi dei treni che impongono un sovraffollamento delle banchine e dei vagoni dei treni successivi.
Il disappunto dei cittadini arriva nel momento in cui si vedono bar e ristoranti chiudere e attività rischiare il fallimento ma non si vedono potenziamenti nella frequenza dei mezzi pubblici. Continuiamo ad assistere a corse saltate, manutenzione inesistente e gente che si accalca per salire su vagoni già sovraffollati. Non si può essere in collera con i cittadini che si accalcano per entrare su un autobus all’ora di punta. È stata data la possibilità di tornare a lavorare e quindi tutti cercano di raggiungere la propria postazione operativa in orario.
Quello che deve essere previsto e attuato celermente è un potenziamento della rete dei trasporti.
I mezzi pubblici attualmenti in corsa non sono sufficienti a garantire il distanziamento sociale. Ciò che provocano è un aumento esponenziale dei contagi. Sono questi i nodi da sciogliere. Aumentando i mezzi pubblici si potrebbe dare lavoro a molte persone che hanno perso il posto o la loro attività a causa della pandemia. Così avremmo più mezzi pubblici, un servizio di trasporti migliore e più posti di lavoro.
I cittadini sono vittime delle conseguenze della pandemia ma sono anche pronti a partecipare attivamente per ritornare a vivere in un Paese sereno e funzionante.

Laura Donato

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