Il Ciliegio della Vergogna
Vorrei raccontarvi la storia di un ciliegio, il ciliegio di un campo di un paesino del nord-est, a porre fine a narrazioni forti, pesanti, e gravi, cosi da sigillare un punto fermo verso la speranza; questo doveva essere un ciliegio sano e robusto, vitale e dalle radici solide, profonde e vitali. Vorrei raccontarvi la storia di un Ciliegio bellissimo, non per dovere di cronaca, ma per dovere morale: quello di restituire, anche se forse fra pochi, dignità ad una memoria, quella di un giovane, che aveva il solo “torto” d’essere fragile, come ogni uno di noi può esserlo, in alcuni momenti della propria storia, in alcune zone della propria interiorità. Questo Ciliegio io, invece qui, lo chiamo il “Ciliegio della Vergogna”, quella nostra, di una Società incapace, per meccanismi complessi, di curare ed espiantare il male del disonore e della vergogna, come mezzo per umiliare e alle volte uccidere cittadini onesti, e deboli. Dal Corriere della Sera del 9 settembre 2000. Ragazzo si suicida per vergogna. Era stato sorpreso con una prostituta. “Si è ucciso per la vergogna dopo essere stato fermato dai carabinieri in compagnia di una prostituta. Contro A.P., i militari avevano applicato le nuove norme adottate per combattere il mercato del marciapiede: era stato denunciato per favoreggiamento e gli era stata sequestrata la vettura. Il ragazzo era tornato con un taxi verso il suo paese. Ma non ha avuto la forza di tornare a casa: temendo il giudizio dei genitori e della fidanzata, si è fermato ai margini di un campo di granoturco. Lì, poco prima dell’alba, si è impiccato ad un albero di Ciliegio”; Indecorosa la notizia, messa in scena pubblica, di una vicenda drammaticamente privata. Empio il sapore del piccolo scandalo, che si fa amaro anche in chi legge. Osservare che persino la morte cercata, violenta, ingiusta, come fuga dalla vergogna, non è valsa a frenare la volontà di notizia. Lesione ulteriore all’identità della vittima, dei suoi cari, tutti. Lutto contaminato dal veleno dello scandalo. Assistiamo, con indifferenza? Quale il ruolo dell’informazione nella Salute Mentale, e nella Prevenzione?
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