Lug 6, 2020 | Notizie | 0 commenti

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IL BUCO DI AGRIMONDA

“Non tutti i teli riescono col buco, quello di Agrimonda sì!”: così si potrebbe sinteticamente e ironicamente fissare la vergognosa vicenda dell’ecomostro di Agrimonda, che è stata posta all’attenzione del Difensore Civico Campano. Altra storia di malamministrazione, che ricade sulla pelle dei cittadini. Un’annosa vicenda, che genera innanzitutto rabbia per il disinteresse delle istituzioni che avrebbero già dovuto risolvere una volta per tutte, e con sollecitudine, il problema della bonifica di un’area urbana compresa tra Marigliano e Mariglianella, ritenendo prioritarie le questioni relative all’ambiente. Anche perchè tali problematiche non appartengono ai soli territori interessati ma investono l’intera nazione, non restando, i fumi, le polveri, le esalazioni, confinati e zippati nella nuvoletta di Fantozzi. Come ci hanno dimostrato da sempre le emergenze eco-sanitarie, ultima quella da Covid-19. Ma cos’è l’ecomostro di Agrimonda? Di quale area e di quale bonifica parliamo? E perché il riferimento iniziale ad un “telo” ed, in particolare, ad un telo con il buco, che simbolicamente vuole rappresentare le falle di una gestione politica inefficiente?

Il pur suggestivo nome di Agrimonda non è né quello di una nobildonna longobarda né tantomeno di un manga, bensì il nome di un’azienda addetta alla commercializzazione di prodotti per l’agricoltura, compresi quelli chimici, che, nella notte del 18 luglio del 1995, fu devastata da un incendio. Il territorio necessitava di una immediata bonifica a tutela della salute dei cittadini che vivono nell’area interessata e che attendono da 25 anni che si provveda adeguatamente. Invece, è stata adottata come unica misura l’utilizzo di un telo HDPE impermeabile a copertura dei detriti, il quale ha originato uno stagnante acquitrino che non ha affatto  eliminato le esalazioni tossiche. Eppure sembra che, con l’accordo di programma 2012, siano state anche destinate le risorse necessarie. E’ peregrino  e banale chiedersi perché non si agisca di fronte ad un tale emergenza che danneggia la salute pubblica? Per l’emergenza da Covid-19 il Governatore De Luca addirittura minacciava l’uso di lanciafiamme. E per Agrimonda? Il Difensore Civico Campano, unico vero interlocutore per i cittadini, è stato sollecito ad aprire un’istruttoria per venire a capo dell’attuale situazione di stallo e dei relativi responsabili, trovandosi di fronte al solito, endemico scaricabarile tra Regione e Comuni coinvolti. Non solo, ma ha anche diffidato i Sindaci perché si adottino tutte le misure di sicurezza; cosa che spetterà ad un Commissario ad acta nel caso di ulteriore inerzia da parte dei pubblici poteri. E intanto, mentre squarci e scollamenti interessano il famigerato telo di protezione, nessuno squarcio si apre per Agrimonda, tranne il “naso” del comando di polizia Municipale adoperato, di tanto in tanto, al posto della centralina di monitoraggio, per verificare la presenza dei miasmi. Da non credersi!

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