Il 29 e 30 giugno si sono incontrati a Chieti i giovani sindaci italiani per la loro IX Assemblea nazionale organizzata dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Le tematiche principali dell’incontro annuale sono state riassunte nelle campagne “Liberiamo i sindaci” e “Energie in movimento”, entrambe miranti a semplificare le pastoie burocratiche a cui sono costretti i sindaci, per rimettere in circolo gran parte dell’energia bloccata dagli intricati legacci normativi. Inoltre, è stata lanciata l’iniziativa di legge dell’inserimento dell’educazione alla cittadinanza come materia di studio nelle scuole, per recuperare il senso di appartenenza alle comunità locali.
Il presidente Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari, ha salutato i giovani sindaci ringraziandoli per aver “dimostrato entusiasmo nell’assumere una responsabilità con il coraggio di guardare oltre gli ostacoli di ogni giorno, convinti che le cose possono e devono cambiare, determinati a non lasciare indietro nessuno” e ha ricordato le storie di ordinaria follia burocratica vissute ogni giorno nella gestione delle comunità. “Di fronte a queste storie, noi amministratori non ci voltiamo dall’altra parte ma ci prendiamo le nostre responsabilità facendo cose che, magari, non ci convengono, che ci rendono meno popolari. Pazienza. Il nostro lavoro rimane il più bello del mondo, che con una firma ci consente di incidere sul presente, di raccogliere le esigenze dei cittadini, con la creatività di disegnare il futuro”.
D’altra parte, “se ci volete aiutare a svolgere al meglio il ruolo di amministratori delle nostre comunità, dovete metterci nelle condizioni di liberarci dei lacci e dei laccioli burocratici che rallentano la nostra azione quotidiana”. E’ l’appello che Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci, ha lanciato a Vincenzo Spadafora, sottosegretario alle Pari opportunità e Giovani.
E, ancora Bianco ha raccolto e sintetizzato le richieste degli amministratori: “Dagli interventi di questa giornata sono emerse quattro richieste condivise da tutti gli amministratori, giovani e non: lamentiamo un rapporto ormai superato tra burocrazia ed amministrazione, come definito dalle Leggi Bassanini. I sindaci, pur essendo eletti direttamente dai cittadini, hanno una responsabilità cui non corrisponde una reale autonomia. Al punto che essi non riescono a realizzare mai a pieno il programma per cui sono stati scelti a causa dei troppi vincoli che li frenano”. Vi è poi il tema generale dei controlli diffusi: “Ogni amministratore si confronta con un numero impressionante di controlli e controllanti. Mi chiedo – ha osservato sempre Bianco – se a fronte di tutto questo c’è qualcuno che vuole aiutare realmente gli amministratori, va bene avere attenzione alle regole ma non fino al punto di bloccare tutto”. La terza richiesta dettata da Bianco pone l’attenzione sulla estrema farraginosità dei percorsi amministrativi per poter giungere a trasformare un finanziamento in realtà: “Ho avuto modo di rivedere la storia amministrativa del bando periferie e, a quasi due anni dal suo avvio ben il 90 per cento dei progetti finanziati non si sono ancora trasformati in cantieri aperti. Esistono troppi passaggi gestionali per arrivare all’avvio concreto delle opere”. Infine, ha posto l’attenzione sul tema della reputazione degli amministratori locali, spesso irrimediabilmente compromessa da indagini che alla fine si concludono in un nulla di fatto: “E’ inconcepibile che oggi un amministratore si trova nell’assoluta certezza che, facendo il proprio dovere, finisca inevitabilmente nelle aule giudiziarie o sulle pagine della cronaca nazionale e locale. Tanto più che poi alla fine nel 95 per cento dei casi le indagini si risolvono in un proscioglimento degli amministratori”.
Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega Pari opportunità e Giovani, Vincenzo Spadafora, ha cercato di rispondere agli stimoli di discussione proposti e tra l’altro ha riconosciuto come sia fondamentale “lavorare assieme ai sindaci per creare le condizioni affinché possano fare bene assieme ai cittadini”. Poi ha aggiunto: “Sono stati delegati ai Comuni molti compiti ma senza dare loro concreti strumenti e risorse necessarie per svolgere appieno il proprio ruolo. Dobbiamo partire, per questo, anche dalle proposte contenute nel documento elaborato da Anci ‘Liberiamo i sindaci’”.
Con l’auspicio che questa “liberazione” si attui quanto prima nella realtà, facciamo in modo che il bene della comunità rimanga sempre il primo ed unico obiettivo di amministrazioni ancora troppo spesso rivolte a guardare solo se stesse ed il proprio tornaconto politico e sociale.
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