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Nov 20, 2020 | Notizie | 0 commenti

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GUARDARE IL COVID CON GLI OCCHI DI UN ANZIANO

La pandemia Covid ha messo in evidenza le diverse prospettive attraverso le quali la realtà viene percepita da parte dei Cittadini.
Per ogni fascia di età la percezione della vita quotidiana è determinata da colori ed emozioni differenti. Il punto di vista di un adulto, di un bambino o di un anziano si differenziano tra loro profondamente per vita vissuta e speranze di vita futura.
Tutte queste fasce di età sono accomunate dal desiderio sano di vivere una vita migliore possibile e che consenta loro di realizzarsi come esseri umani in modo dignitoso.
Non mancano infatti nei pensieri degli anziani le preoccupazioni relative al non essere considerati proiettati verso il futuro.
È capitato che la nostra politica abbia considerato gli anziani come non utili alla società odierna. L’errore che questa definizione sottintende è il non avere considerazione dell’importanza del fattore esperienza nella costruzione di una realtà sociale positiva.
Viene da pensare che questa profonda mancanza sia legata alla mancanza di attribuzione di valore alla Storia stessa. Ciò che ci può insegnare il nostro passato e l’evolversi della nostra realtà dovrebbe rappresentare la base per qualunque buon Governo. Spesso invece si commette l’errore di sottovalutare le risorse umane in ogni loro possibilità e potenzialità.
La vita al giorno d’oggi spaventa tutti e mette in dubbio ogni possibilità legata al futuro, dai rapporti umani al lavoro.
Gli anziani si stanno trovando in un turbine di preoccupazione dovuto alle problematiche legate alla diffusione del virus nelle case di riposo e alla vulnerabilità che l’età avanzata comporta a coloro che rischiano di essere contagiati.
Chiusi nella case di riposo vedono i telegiornali parlare della diffusione del virus e dell’aumento vertiginoso dei casi di contagio. Ascoltano queste notizie inermi e impauriti dalle stesse mura che li dovrebbero proteggere e custodire. Non tutti infatti hanno la fortuna di trascorrere la loro vita in casa propria e tanto meno in compagnia dei loro familiari che li amano e curano. Le possibilità della vita hanno visto trasferire molti anziani nelle case di riposo che, purtroppo non sempre, hanno provveduto al loro benessere.
Ora per chi trascorre il proprio tempo in queste strutture si prospettano giorni cupi e unti dal timore che lo spettro del Covid possa colpirli.
Sia per chi è lontano sia per chi è vicino alle proprie famiglie, la paura per la propria incolumità cresce di giorno in giorno.
Non sono mancate espressioni offensive delle stesse persone perché anziane e se esprimono insopprimibili esigente vi è sempre chi mostra fastidio.
Chi pensa agli anziani? Che supporto viene predisposto per loro? Quale tipo di assistenza viene data agli anziani che vivono da soli?
Nello studio delle culture del passato si dà molta importanza alle tracce riconducibili alla cura degli anziani e da queste viene calcolato il livello sociale della comunità in studio.
Se tenessimo presenti solo le comunicazioni date durante il periodo determinato all’emergenza Covid vedremmo, invece, che molta importanza e rilievo viene data alla classe produttiva attuale e futura, quindi adulti e bambini. E’ concretamente assente la preoccupazione per il benessere e la sopravvivenza degli anziani, coloro che hanno portato sulle loro spalle il nostro Paese fino ad oggi e che ancora possono fare molto per aiutarlo.
Chi diffonde le notizie dovrebbe mettersi nei panni di un anziano che ascolta e comprendere che, in tale situazione di assoluta trascuratezza, non vi è momento in cui il terrore non li pervada.
Si parla di come ottimizzare il lavoro da casa. Si parla di come riorganizzare la didattica a distanza.
Tutti questi sono argomenti validissimi ma qual è il motivo per cui non si provvede a tutelare gli anziani?
Sono esseri umani che hanno vissuto la loro vita e la stanno ancora vivendo.
Eppure ognuno dovrebbe riflettere sulla speranza che i nostri figli abbiano imparato da noi e dal nostro occuparci delle precedenti generazioni a prendersi cura dei loro genitori e dei loro nonni ossia di noi stessi.
In caso contrario, in caso in cui questa dura esperienza non porti un cambiamento emozionale più umano, ci troveremmo ad essere considerati solo un peso, deboli e soprattutto saremo soli.
Civicrazia chiede: Guardate il Covid con gli occhi di un anziano.

di Laura Donato

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