Set 8, 2016 | Notizie | 0 commenti

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GLI ORFANI DELLO STATO

Gli Orfani dello Stato

Gli orfani dello stato sono una moltitudine di cittadini, uomini e donne, che hanno rinunciato a diritti e doveri. Hanno rinunciato prima ai diritti, e poi ai doveri, imbrigliati in macchine burocratiche, in organizzazioni sociali, statali e locali, impoverite dal male del potere politichese. Orfani senza appartenenza, rinunciano; sviluppano l’impotenza appresa, “fenomeno noto, dove l’azione ritenuta vana, impedisce persino di scacciare le mosche da un viso di un bambino africano, perché tanto torneranno. Questo insegnano, in alcuni luoghi del terzo mondo le madri, e anche peggio. I nostri fratelli e cittadini deboli, hanno sperimentato spesso l’inerzia delle istituzioni, avanti ai loro sforzi di rivalsa, realizzazione. Hanno i nostri contemporanei, assistito alla lesione dei loro diritti, e altri alla visione della inopportunità del dovere, che rompe gli equilibri. O ancora al raggiro del dovere, come servizio ai molti, rendendo la cosa pubblica privata. Parole come: inerzia, impotenza, burocrazia, diritto, dovere, rimandano se coniugate in uno stato di diritto, a una organizzazione sociale che rende i suoi cittadini meritevoli capaci, creativi. Ma spesso lo Stato, istituzione a salvaguardia di diritti e doveri, di un popolo, è una rete imbrigliata. Chi cura le maglie della rete, spesso tutto è, fuorché’ un cittadino consapevole e civicratico. Fra queste maglie dove il cittadino invisibile, impotente, è rabbioso; chi tesse le fila degli incarichi di potere è schiavo di una mancata identità. Identità che possedeva il cittadino romano, mille anni fa. Molti cittadini non sentono appartenenza, non perché cosmopoliti ma isolati. Isolati i loro bisogni, oppressi dalle emergenze della vita quotidiana, oppressi dalla scissione delle informazioni. Ancora oppressi dalle speranze nei partiti. Il cittadino Orfano lotta per la sopravvivenza fisica e mentale, sovente vive, nel disagio, nella povertà, deprivato di sogni, speranze; forzatamente imbrigliato nella rete di istituzioni, nonostante la buona volontà di molti. Rinascita, coraggio, agli uomini e alle donne che lottano, rischiando il loro tempo, la loro ingenua pura visione, da sempre ricercata in ogni epoca di una giustizia vera. Un orologio che scandisce la vita di tutti, nella profonda, realizzazione. “Alla sabbia del tempo urna la mano era, come ombra d’ ago in tacito quadrante”: di noi civicratici, dello stato che rappresentiamo, come cittadini, quanto citato mai si possa dire: hai figli Orfani!!!, con istituzioni paghe, nutrite dal culto di Bacco e di Cibele.

P.s cit. Alla sabbia del tempo G. D ‘Annunzio

 

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