Un omaggio alla donna a 360 gradi che vuole essere allo stesso tempo un segno di solidarietà verso coloro che subiscono violenze e soprusi. In occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne è doveroso ricordare tutte coloro che oggi giorno vivono in condizioni particolari, ovvero di terrore e con l’incubo di non poter avere una vita “normale”. Alessia De Paulis, Presidente della Commissione Pari Opportunità dell’Anci, in merito all’argomento riferisce: “è fondamentale il supporto che potranno dare gli Enti Locali, attraverso una corretta informazione, un sostegno fattivo e la garanzia di un punto di riferimento vicino alle cittadine. De Paulis ricorda che “per le donne la violenza è la prima causa di morte e di invalidità, ancor più di malattie incurabili. Un dato sconvolgente, al quale le istituzioni nei vari livelli devono con qualsiasi mezzo porre rimedio”.
Intanto, Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, ed Emma Bonino, vice presidente del senato, saranno impegnate questa mattina a firmare congiuntamente i primi due petali di rosa della campagna END FGM, proprio in occasione della Giornata internazionale sulla violenza contro le donne, sottolineando così l’impegno per promuovere l’abbandono delle mutilazioni dei genitali femminili in Italia, in Europa e nel mondo.?Il petalo di rosa, metafora del clitoride mutilato e segno di speranza per un futuro in cui nessuna bambina, ragazza e donna dovrà più subire mutilazioni dei genitali, è il simbolo della campagna END FGM che AIDOSc, Associazione italiana donne per lo sviluppo, e Amnesty International Sezione Italiana condurranno in occasione dei 16 giorni di mobilitazione sulla violenza contro le donne, tra il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, e il 10 dicembre 2010, Giornata internazionale dei diritti umani. Una firma “bipartisan” contro le Mutilazioni genitali femminili, in cui prende posizione anche il Comitato Civicrazia di Roma che ha deciso di unire le forze per lanciare un messaggio forte, ricordando anche la rete di assistenza e informazione presente sul territorio sensibilizzando la popolazione al problema della violenza sulle donne, ricordando il brutale assassinio avvenuto nel 1960 delle tre sorelle Mirabal sotto il regime di Rafael Leónidas Trujillo, dittatore della Repubblica Dominicana.
In Francia, invece, si è voluto unire questa iniziativa con un’altra di parcilare interesse chiamata “tutte in gonna” per la Giornata di lotta contro le violenze sulle donne. Con l’ausilio di alcune associazioni femministe si è lanciato una compagna shock contro lo stupro. La Francia, infatti è il paese dove si sono verificati il maggior numero di crimini di stupro, circa 75.000 donne tra i 18 e i 75 anni. Per denunciare tale violenza contro le donne, le francesi indosseranno la gonna su invito, lanciato su Facebook, dal movimento Ni putes ni soumises. A sbuffo, a pieghe, mini o lunga, ogni gonna va bene pur di appoggiare “quante di noi subiscono il solo fatto di essere nate donne”, si legge in un comunicato del noto movimento presieduto da Sihem Habchi. E’ il diritto alla femminilità che Ni putes ni soumises vuole promuovere, ricordando che la Francia è teatro di intolleranze proprio come certi Paesi di Africa o Asia.
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