Anche in noi rimbombano le sue parole a conclusione del Convegno in suo onore in Senato:
L’unica cosa che ha permeato tutta la mia vita è stata l’amore per qualunque cosa e anche per le persone (Dio mi perdoni, per quasi tutte) che ho incontrato. Qualcuno mi chiede che cosa penso di me e io dico che nella mia esistenza ho avuto due amori (come cantava Josephine Baker), uno è la Gabriella e l’altro la merceologia. Alla Gabriella, che mi ha lasciato alcuni anni fa, devo tutto perché mi ha sostenuto è sopportato per 54 anni di matrimonio felice, sempre vicino a me, sempre silenziosa è discreta, pronta a “fare” le bibliografie, a rileggere quello che scrivevo, conosceva l’italiano meglio di me, a correggere le bozze. Poi mi ha regalato un figlio, Mario, che ora ha 60 anni e che poi si è sposato con un’altra Gabriella e insieme mi hanno dato un altro regalo, mia nipote Silvia. Come vedete la mia vita è stata sempre piena di cose buone. Talvolta mi sono anche arrabbiato, e me ne scuso, ma nell’insieme credo che il filo conduttore sia stato la grande ricchezza di amore che ho ricevuto dai miei studenti universitari, dai miei colleghi e amici, dalla mia famiglia. A tutti dico grazie e auguro, con tutto il cuore, una vita bella come la mia. Poi faccio un augurio anche a me stesso, con le parole di Marcello Marchesi, “che la morte mi trovi vivo”.
La morte ti ha trovato vivo e combattente.
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