Flessibilità e libero mercato
Flessibilità una delle parole d’ordine del libero mercato. Ma chi decide a quali regole deve rispondere la flessibilità? Che cosa deve essere flessibile? In quali situazioni è necessaria la flessibilità? A quale scopo?
Ridurre i costi: costi di produzione, costi dei servizi, costi dello stato!
Eh si perché le aziende devono fare profitti e lo stato, sprecone, che ha accumulato un debito straordinario deve stringere i cordoni della borsa.
Così quelli che dovrebbero essere servizi pubblici, sempre più passano in mano ai privati e siccome i privati devono fare profitti, i servizi di base, sanità, istruzione, sicurezza, che dovrebbero essere di qualità ed uguali per tutti i cittadini sono disponibili solo per chi se li può permettere.
Se invece si parla di produzione, che deve fare profitti, è logico che la flessibilità significa carichi di lavoro sempre più pesanti con retribuzioni sempre più leggere, tanto la mano d’opera ora abbonda e si sa che se una merce è abbondante il suo valore cala.
L’importante è ridurre i costi e così a fine 2015 le morti sul lavoro sono state 678 con un incremento del 6,8% rispetto alle 632 del 2008, anno di inizio della crisi.
Dignità e sovranità possono concretizzarsi comprendendo che solo unendo le forze sarà possibile riconquistare dignità e sovranità.
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