Feb 16, 2018 | Notizie | 0 commenti

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CONTRO IL DEGRADO LA MOBILITAZIONE DEI CITTADINI

L’ennesimo episodio di aggressione accaduto a Roma, sotto i portici di PIazza Vittorio, nel Rione Esquilino – centro multietnico nel cuore della città – , riaccende l’attenzione sulle condizioni di sicurezza del nostro territorio. E’ una donna settantacinquenne, di nazionalità tedesca, senza fissa dimora, ad essere stata vittima di uno stupro.
L’attrice Carlotta Natoli, impegnata in un’atività di riqualificazione della zona, definisce piazza Vittorio «un crocevia esistenziale, con la stazione Termini e la mensa della Caritas a due passi. Un esercito di persone alla mercé di un giro criminale. Invece di essere un fiore all’occhiello dell’integrazione qui rischia di diventare una bomba ad orologeria. Chiediamo alle istituzioni di svegliarsi!».
In una zona dove il degrado è rappresentato da sporcizia, siringhe per terra, ubriachi, nasce Rete Esquilino vivo, una realtà di mobilitazione da parte di attori, registi, commercianti, gente comune, alleati, civicraticamente, contro il degrado e decisi a fare dell’Esquilino una palestra di integrazione.

 «La nostra protesta è in antitesi rispetto a un vento brutto che soffia in Italia in questo momento. Il nostro è un contrasto al degrado cercando di essere inclusivi – spiega Daniela D’Antonio, moglie del regista e premio Oscar Paolo Sorrentino – È cresciuto il numero di persone che vivono in strada che spesso, ignorate dalle istituzioni vengono assoldate dalla criminalità, diventando loro stesse vittime di traffici e disagio. E a chi cerca di soffiare sul fuoco dell’intolleranza dicendo che i pusher sono stranieri, io rispondo che i consumatori sono italiani». Attraverso chat ed eventi culturali organizzati nel centro della piazza dove c’è il roseto, i cittadini si fanno sentire segnalando i problemi più vari, allertando le forze dell’ordine sul fenomeno della droga,
Ecco il perché delle chat: «Le forze dell’ordine – continua Natoli – adesso ci danno retta quando segnaliamo, ad esempio, dei pusher o episodi di criminalità. Prima non avveniva». Di qui l’appello «affinché si raduni un tavolo che veda sedute insieme le istituzioni, il Comune, Ama, Acea e le forze dell’ordine per un progetto che riguardi tutti – spiega Daniela D’Antonio – È necessaria la riqualificazione urbana e commerciale del rione perché se non c’è un tessuto commerciale vivo, il Rione muore. Ad esempio, si potrebbero prevedere sgravi fiscali per le attività magari con tavolini all’aperto, che decidano di aprire sotto i portici». Ci sarebbe attività sana e pulita, laddove c’è stata violenza.

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