La Battaglia simbolo del Presidente Giuseppe Sannino
che in questi anni ha denunciato la “macelleria sociale” svolta
dall’INPS in nome della lotta ai falsi invalidi. Ha deciso, con un atto provocatorio, di autodenunciarsi, presentando un esposto in
Procura, perché secondo una sequenza interminabile di accertamenti e sentenze che si sono contrapposte in una battaglia che va avanti da circa 10 anni tra l’Inps e Giuseppe Sannino, un disabile colpito da poliomielite nel primo anno di vita, quest’ultimo avrebbe truffato l’ente previdenziale per tutti questi anni.
Un “falso invalido” colpito da una patologia di cui porta ancora gli evidenti segni. Ladisputa, a colpi di carte bollate, inizia nel 2008, quando a Sannino viene revocatal’indennità di accompagnamento, nonostante una evidente e conclamata difficoltà di
deambulazione dovuta alle conseguenze della poliomielite.
A novembre dello stesso anno, però, Sannino fa ricorso al Tribunale di Napoli che,
ricorrendo alla perizia del dottor Claudio Tarantino, specialista in ortopedia, conferma
le patologie già riconosciute nel 2002 e negli anni successivi, anche lui dunque,
ribadisce l’invalidità al 100% e l’assegnazione dell’indennità di accompagnamento. E’
solo il primo atto. A ottobre 2010 l’Inps viene condannata al pagamento degli arretrati
e delle spese legali. A dicembre dello stesso anno l’ente previdenziale ricorre in
Appello, chiedendo la sospensione provvisoria della sentenza. Ad aprile 2011 la
Corte di Appello rigetta l’istanza di sospensione e fissa nel 15 giugno del 2015 la
data della discussione della situazione. Ma a novembre 2011, Sannino viene
convocato nella sede di via Galileo Ferraris di Napoli. Una strana coincidenza, visto
che queste ultime non possono essere nominali, ma a campione. Dopo la prima del
2008, la seconda sarebbe la seconda “a campione”, nel giro di tre anni. La
descrizione di quella giornata la fa lo stesso Sannino, evidenziando l’imbarazzo dei
due medici arrivati quasi certamente da Roma solo per lui, visto l’accento capitolino,
e il loro imbarazzo a costatare una patologia evidente, quando forse credevano di
trovarsi dinanzi un falso invalido. Ma niente da fare. La invalidità viene decretata
ancora una volta all’80%, con la firma dei due medici “romani”. Sannino ricorre
all’Atp, (Accertamento Tecnico Preventivo), e, nel corso del procedimento, viene
nominato un Consulente Tecnico d’Ufficio, la professoressa Ivana Cataldi, che
riconosce nella percentuale del 100% l’invalidità e il dovuto accompagnamento a
partire da quando fu presentata la domanda e cioè nel 2002.
L’Inps esprime formale dissenso, contesta le conclusioni della Cataldi e, attraverso
un nuovo Ctu, la dottoressa Rosaria Tagliaferro, il 15 febbraio 2015, viene stabilita
una percentuale di invalidità dell’89%. Il parere della Tagliaferro viene rilasciato
senza alcun supporto medico-legale e in circostante contestate, che hanno generato
anche un denuncia-querela depositata in Procura.
Gli anni passano e giunge anche il giorno dell’udienza del predetto giudizio di
appello. Viene nominato un Collegio Peritale, presieduto dal professore Claudio
Buccelli e composto inoltre, dall’ortopedico dottor Giuseppe Pone e dal neurologo
dottor Francesco Ranieri che, disconoscendo le conclusioni della dottoressa
Tagliaferro, il 15 giugno 2017, riconoscono la percentuale di invalidità del 100%
spostando però inaspettatamente la decorrenza dell’indennità di accompagnamento
a partire dal mese di luglio 2013, quindi di ben oltre 11 anni dal primo riconoscimento
avvenuto nel 2002. Le sentenze dei due giudizi confermano le conclusioni del
Collegio Peritale ignorando tutte le contestazioni sollevate dai difensori del signor
Sannino.
A questo punto, il 15 dicembre del 2017 Sannino, deposita un esposto in Procura in
cui si autodenuncia anche attraverso la sua Associazione, Anida, chiedendo di
verificare l’operato delle Commissioni che lo hanno riconosciuto invalido al 100% e
quindi in diritto di ricevere l’accompagnamento a causa delle sue patologie
“irreversibili e ingravescenti” attestate negli anni dalle varie Commissioni Asl, dal
dottor Tarantino e dalla rofessoressa Cataldi. Di fondo una vicenda nella quale
ballano centomila euro e la reputazione di un ente come l’Inps, che fa il giusto lavoro
di perseguire i falsi invalidi. Purchè, questi “falsi invalidi” siano davvero “falsi”.
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