La realizzazione di un modello a guida civicratica non è utopia, grazie all’impegno di cittadini e associazioni, (più di 4.000), riuniti in Civicrazia.
L’obiettivo, infatti, è quello di di sollecitare la PA ad operare per i cittadini, non essere autoreferenziale, in quanto espressione del potere pubblico, ed a consentire loro l’esercizio del ruolo sociale,tramite la partecipazione popolare e democratica alle scelte che li coinvolgono.
La partecipazione e l’esercizio dei diritti civili necessitano di regole chiare, non di apertura indiscriminata a soggetti che in realtà frenano il processo, no ad anarchia ed improvvisazione, ma l’implementazione di una organizzazione snella ed efficace per la soluzione di situazioni di palese ingiustizia, privilegi e disparità di trattamento.
L’ordinamento comunale civicratico sarà improntato al rispetto di alcuni principi cardine:
1. gli amministratori obbligati al rispetto di un preciso codice deontologico
2. le nomine a tutti i livelli trasparenti e meritocratiche
3. referendum propositivi e consultivi
4. introduzione della figura del Garante del Cittadino nominato dai cittadini e non dai politici
5. il bilancio partecipato e sociale
6. collegamento formale, regolamentare e istituzionale del Comune alla Macroregione Mediterranea.
Norme certe per sconfiggere la mala amministrazione, serva della mala politica che gravemente lascia segni ovunque.
Molti sono i comuni d’Italia in gravi difficoltà finanziarie, i servizi e l’assistenza ai cittadini non sono buoni in modo particolare al sud Italia, come scarse sono le opportunità di lavoro per i giovani e l’ambiente non è curato anzi è depredato.
Solo con nuove regole, quelle civicratiche di Civicrazia si può avere il vero cambiamento nei Comuni, negli Enti pubblici, azioni che devono prevedere il continuo ascolto e potere decisionale dei cittadini.
Così si potrà avere la vera svolta e la fine della mala politica e mala amministrazione.
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