Giu 21, 2021 | Notizie | 0 commenti

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CIVICRAZIA PER LA STABILIZZAZIONE DEI LAVORATORI SANITARI PRECARI

In questo duro anno di pandemia Covid-19, i media e i social network hanno portato sotto gli occhi di tutti la battaglia campale che i lavoratori precari della sanità hanno affrontato per contribuire ad arginare l’epidemia, senza mai sottrarsi ai continui appelli delle istituzioni a fare di più.
I lavoratori, mentre in altri settori utilizzavano lo smart working o ripetuti comunicati televisivi, nella sanità i precari sono stati sempre in prima linea, tra i malati e con i malati, sottoposti ad orari di lavoro interminabili.
Oggi tanti dicono di aver fatto la loro parte nel contrastare l’emergenza sanitaria, ma, se il risultato è stato raggiunto, un grazie particolare va agli operatori sanitari precari per la grande dedizione e lo spirito di sacrificio manifestato. Non si sono sottratti alla presenza sul lavoro nonostante davanti alla consapevolezza che in quei momenti stavano mettendo a rischio la propria vita e ritornando a casa anche quella dei loro familiari.
Efficienza e operatività sul lavoro garantita nonostante un contesto con disagi già persistenti, che da tempo affligge la sanità e dovuto alla grave carenza di personale. Ad oggi si stima in un sotto organico di circa 16 mila unità, nonostante le procedure straordinarie di reclutamento. Sulla base dei dati trasmessi dalle regioni e Province autonome a fine aprile 2021, come riporta la Corte dei conti, dall’inizio della emergenza sanitaria, risulta essere state reclutate a vario titolo 83.180 unità di personale. Si tratta per il 25,7 per cento di medici (21.414) e per il 38,5 percento di infermieri (31.990). Il restante personale (29.776 unità) è costituito da operatori sociosanitari ed altre professionalità necessarie per fronteggiare l’emergenza sanitaria (tecnici di radiologia, tecnici di laboratorio, assistenti sanitari, biologi, etc.).
Reclutate oltre 83 mila unità di personale per la pandemia, ma solo per il 20% è scattata l’assunzione a tempo indeterminato, gli altri, finiti nelle alchimie dei contratti a termine, allungando ulteriormente la lista dei lavoratori precari.
Ormai questi lavoratori precari nel Servizio Sanitario Nazionale mettono a disposizione la propria professionalità, competenza ed esperienza al servizio dei malati e garantiscono i livelli essenziali di assistenza (LEA). Prestazioni e servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire.
Gli stessi lavoratori che più volte si sono visti negare il riconoscimento a una maggiore stabilità lavorativa. Lavoratori somministrati o ex somministrati (attuali avvisisti), esclusi dalle procedure riservate di stabilizzazione, previste dal Decreto Madia, in contrasto con le diverse sentenze del Consiglio di Stato e Tar Campania favorevoli alla loro inclusione; lavoratori con contratto di lavoro a breve scadenza o ai potenziali futuri lavoratori precari che attendono con ansia la sottoscrizione di contratti a 36 mesi.
Civicrazia ricorda che è per il bene del Paese stabilizzare le forze di lavoratori precari, assunte in emergenza pandemica e in precedenza. Nel futuro, pur auspicando sempre più il miglioramento del quadro epidemiologico, il SSN resterà ancora a lungo sottoposto ad elevata pressione, perché chiamato a sostenere i gravosissimi impegni sia per il completamento della campagna vaccinale e sia di tutte le altre importanti azioni di recupero per i ritardi e le disfunzioni dell’attività assistenziale ordinaria accumulata nel tempo. La pandemia ha solo messo a nudo lo stato di forte sofferenza latente, che anni di miope e deprecabili politiche di tagli indiscriminati al fondo sanitario nazionale, hanno condotto alla grave e prolungata carenza di organici. Urgente diventa l’immissione di nuove risorse in servizio con procedure straordinarie di assunzione. Un’azione assolutamente indispensabile per garantire un’adeguata risposta ai bisogni di salute della popolazione.
La società non può permettere la perdita di un patrimonio di esperienza, competenza e professionalità costituito in anni di servizio alla salute da decine di migliaia di precari tra infermieri, OSS, tecnici, professionisti, ostetriche, personale amministrativo e di assistenza.
La politica intervenga decisa con provvedimenti di legge mirati alle specificità e se occorre proceda con urgenza a completate le ricognizioni, là dove non ancora effettuate, dei fabbisogni di personale necessari nelle aziende ospedaliere e sanitarie, anche tenendo conto dei pensionamenti futuri. Occorrono interventi mirati a rafforzare il SSN e a rispondere alla domanda di sicurezza dei cittadini, che Civicrazia considera ineludibile. Non costringiamo, per puntigliosa burocrazia, a tanta eccellenza sanitaria di dover lasciare il paese per realizzare il loro sogno e la dignità di lavoratori. Oltre che palesemente inconcepibile e inappropriato negare certezza dei diritti dopo anni di tribolazioni e trincea.
 
di Ernesto Marino
 
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