Il fatto che in Italia oltre il 40% del prodotto interno lordo provenga da attività economiche in odore di mafia deve far riflettere in modo veramente serio.
Sussiste la necessità urgentissima che lo Stato italiano e la cittadinanza tutta intraprendano un vero e drastico cambiamento culturale in merito, promuovendo immediatamente tutta una serie di azioni sociali tese a combattere realmente il fenomeno mafioso che sempre più ci strangola.
Purtroppo abbiamo ancora nelle orecchie le allucinanti parole di un noto politicante italiano che affermò che “con la mafia bisogna imparare a convivere…!”
E questa affermazione, di una gravità enorme, unitamente all’attuale incapacità politica di drastici concreti interventi, ci fa comprendere quanto sia grave la situazione e quanto siano pervasivi alcuni comportamenti sociali criminali.
In taluna cultura conta molto di più sistemare i propri affarucci privati in qualunque modo piuttosto che attenersi alle regole sociali e costituzionali.
Questa mentalità egoistica e predatoria ha diffuso, inoltre, una serie infinita di reati amministrativi legati a comportamenti collusivi e corruttivi, che, solo in minima parte, ritroviamo nelle cronache mediatiche e che oramai vengono spesso considerati come “normali”.
Moltissimi cittadini, quando hanno una necessità personale o familiare, ricorrono a contatti clientelari di varia natura e, quando riescono ad ottenere quanto richiesto al Deus ex machina, addirittura si vantano, con i propri amici, della raccomandazione ottenuta e del potere del loro referente clientelare!
In tutto questo noi invece omaggiamo i Servitori fedeli dello Stato che resistono e quelli – tantissimi! – che sono stati eliminati in tutti i modi, perché avevano provato ad opporsi a queste organizzazioni delinquenziali.
Molte importanti lobby socio politiche ed economiche sono state accusate di avere contatti con organizzazioni di stampo mafioso, ma spesso non si è riusciti a provare un legame sufficiente per procedere legalmente nei loro confronti.
Addirittura emerge non smentita l’appartenenza a organizzazioni segrete di chi dovrebbe tutelare la trasparenza.
Civicrazia allora, per non essere completamente massacrata da questa terribile condizione di sudditanza di vasti ambienti politici e sociali nei confronti delle mafie, deve sempre più attrezzarsi a battagliare a lungo e duramente in tutte le sedi civiche e non, ma soprattutto pretendere un vero impegno massiccio e continuo da parte di tutte le istituzioni statali. La Comunità intera deve modificare, al più presto, i propri comportamenti sociali.
Occorre un’educazione scolastica molto diversa da quella esistente attualmente, che dia veramente gli strumenti culturali giusti ai nostri giovani, fin dalla più tenera età.
Ogni scuola quindi deve affrontare queste problematiche costantemente, anche tramite laboratori civici effettuati da docenti ed esperti del settore.
Senza questo fondamentale rinnovamento educativo il nostro sistema sociale decadrà sempre di più e assomiglierà a quegli Stati dove praticamente comandano le organizzazioni criminose e mafiose!
Stefano Fabroni
Presidente Comitato Salute e Ambiente Asl Rm5
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