Il cittadino protagonista e non suddito delle istituzioni repubblicane, da quelle nazionali a quelle locali.
I principi costituzionali che prevedono questi diritti, ed una miriade di normative di secondo grado, spesso vengono ignorati se non elusi, da chi si arrocca nelle Istituzioni in virtù del principio di rappresentanza tramite il voto dei cittadini, che non è una delega in bianco.
I pubblici poteri, la burocrazia, sono al servizio del cittadino che deve essere protagonista ed attore dei processi decisionali e delle procedure amministrative nelle quali persiste un interesse qualificato del cittadino stesso. In particolare nelle procedure ad evidenza pubblica che riguardano sia i concorsi che le nomine negli Enti. La rivoluzione di velluto dell’effettiva partecipazione del cittadino protagonista nei consessi democratici è iniziata con l’obiettivo di arrivare ad un ordinamento civicratico.
In particolare negli Enti Locali che sono nell’Ordinamento costituzionale l’Istituzione più vicina al cittadino. Varare i regolamenti comunali che prevedano la reale partecipazione del cittadino protagonista nei comuni della Campania, attuando norme di principio per lo più previste negli Statuti comunali, ma quasi sempre disattese, è un imperativo categorico. Significa sancire che il potere appartiene al cittadino, e chi lo esercita per carica elettiva e/o per incarichi dirigenziali deve agire in una ottica di servizio e non come una “foresta pietrificata” che agevola gli abusi, le omissioni e spesso la violazione dei diritti.
La rivoluzione di velluto è iniziata con i primi commissariamenti dei comuni inadempienti nella deliberazione dei regolamenti comunali che prevedono la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. L’azione decisa del Difensore Civico Avv. Giuseppe Fortunato, con i primi commissariamenti, ha dato inizio alla rivoluzione di velluto democratica, che finalmente, restituisce dignità e potere ai cittadini.
Avv. Giuseppe Storti
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