Apr 10, 2011 | Notizie | 0 commenti

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CITTADINANZATTIVA CONTRO IL DISASTRO SANITÀ: 340 GIORNI PER UN’ECOGRAFIA

cittadinanzattivaUn anno di attesa per un’ecografia all’addome. Ed ancora 114 giorni di pazienza per prenotare una mammografia, 186 per una visita cardiologica e 186 per un elettrocardiogramma da sforzo. Sono solo alcuni dei numeri da emergenza riportati nel Rapporto sulla Sanità nel Lazio curati da Cittadinanzattiva- Tribunale per i diritti del malato. Una fotografia impietosa che racconta di cittadini disorientati, in ansia per presunti errori diagnostici e terapeutici, in lotta tra loro per accedere alle prestazioni ma spesso e volentieri vittime di un sistema di liste di attesa colabrodo. Nel 2010, infatti, le prestazioni erogate e non prenotate nella Regione Lazio sono state ben 8.751.821, pari al 62,9% del totale delle prestazioni fornite. E il paradosso è proprio questo: mentre chi rispetta le regole può attendere oltre 100 giorni per una visita oculistica o urologica, la maggioranza preferisce “scavalcare” il CUP (il Centro unico prenotazioni) e ricorrere ad amici e parenti per ricevere le cure necessarie. “Con un sistema sanitario in fase di ristrutturazione noi crediamo che il principio della contestualità sia sacrosanto- spiega Giuseppe Scaramuzza, segretario regionale di Cittadinanzattiva – Si chiudono i servizi solo laddove si riesce a garantire contestualmente l’apertura di nuovi e più adeguati servizi sanitari”. Insomma, a guardare i dati, qualcosa non va se oltre il 60% dei cittadini non prenota gli esami. I problemi principali, in base alla ricerca, sono la mancanza di informazione e il conseguente disorientamento (18,2%), i presunti errori (17,2%) e la difficoltà di accesso alle prestazioni (11,9%). Seguono anche il carente rapporto con medici/personale sanitario (8,7%), denunce varie (7,1%), invalidità e accompagno (5,4%), liste di attesa (5%). La paura maggiore è legata anche alla scarsa fiducia nei “camici bianchi” e gli errori di diagnosi, terapie od interventi fanno impallidire i pazienti soprattutto quando si recano nei reparti di Oncologia (26%) e Ortopedia (24%). Proprio per superare l’emergenza, l’associazione di Civicrazia ha anche presentato una ricetta racchiusa in dieci punti che vanno dall’aumento del finanziamento regionale ai servizi, soprattutto nella Capitale, al rafforzare l’integrazione territorio-ospedale e il ruolo della programmazione della Regione, al coinvolgere medici di famiglia e pediatri per evitare le fughe al Pronto soccorso fino a approvare un Piano che valorizzi il sistema RECUP per le liste d’attesa e unifichi i data base dei singoli CUP. Insomma, per puntare, una volta e per tute, ad una buona sanità.

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